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POTENZA – «Come windows, con più finestre aperte» 

Volgarizzo: due piedi in una una scarpa

«Questa è una visione opportunistica. No. Io vivo come windows, multitasking, è la mia forza. Più fronti aperti» Marco Arcieri è un viaggiatore. Attraversa progetti, fa politica, è il capo  della segreteria del presidente e – quello che forse non si sa – si occupa di  acqua. Perciò nasce quest’intervista. L’occasione per incontrarlo me la sono  procurata alle due di notte. Dormendo su un trasfer che ci riportava a Potenza, dopo una cena con i manager Shell e l’ambasciatore inglese. Uno dei manager seduti accanto ad Arcieri gli ha rivolto domande per tutta la sera. Lo  interrogava sulla moratoria, e cercava di capire i futuri asset politici della  Basilicata. Strategie di opportunità aziendali. Interessi. Petrolio. Lui  rispondeva da signore (io direi: tutto e niente) soprattutto sul futuro. Quando  era preferibile non farsi capire parlava in italiano.

E’ stato nominato segretario generale del comitato italiano di Icid  (international commission on irrigation and drainage). E’ un organismo che esiste dal 1971. 

Di cosa si occupa?

«E’ l’organismo che si occupa di upgradare…» 

In italiano

«…di mantenere a livello elevato le problematiche connesse all’irrigazione ma anche alla siccità. Abbiamo cioè come obiettivo il miglioramento della gestione delle risorse idriche e del suolo con l’obiettivo di aumentare la produzione agricola mondiale. Anche per combattere la fame nel mondo e per promuovere uno sviluppo che tuteli la natura»

Ma cosa c’entra tutto questo con lei?

«Sono un uomo di terra»

Arcieri, in effetti, è un agronomo e ha lavorato all’autorità di bacino. A pensarci bene se la funzione dell’Icid è quella di essere di supporto alle scelte dell’autorità politica e dei governi, il metodo, in piccolo, è lo stesso di quello che applica il capo della segreteria del capo. Agenda piena di appuntamenti, tra Il Cairo e la Turchia, a discutere di sicurezza alimentare, qualità delle acque, produttività

Parte da una regione che è piena di acqua. Però mi spieghi una cosa: se l’acqua è un bene comune perché ci facciamo le piccole guerre, per esempio con la Puglia?

«Sì, la Puglia è la nostra maggiore tributaria. Ma è molto semplice. Il problema del costo è molto legato al ristoro ambientale, alla manutenzione delle dighe, allo smaltimento dei fanghi di sedimenti…»

 Arcieri ma come fa a passare dalla fame nel mondo all’agenda di De Filippo? 

«Se è per questo sono anche vicesegretario provinciale del Pd» 

Lei era un democristiano?

«Un giovane democristiano, ero un colombiano, ma ho creduto e credo nel Pd,  ho ben presente la foto di Fassino e Rutelli insieme. E questa è la regione  dove Colombo decise di stare da questa parte. Altrove non è andata sempre così»

In tutti questi anni l’abbiamo conosciuta come l’ombra di De Filippo, poi  qualche settimana fa, quel comunicato politico dirompente dopo il caso  Bernalda.

«Guardi, abbiamo attraversato astio e divisioni (abbiamo?). Credo ci sia bisogno di un nuovo sguardo, anche di saper guardare con distacco. Le diverse sensibilità culturali non possono impedirci un cammino unitario»

 Siete tutti inglesi in questa regione. Anche Speranza lo è

«Ho vissuto in giro per il mondo, mio padre lavorava per Eni, questo mi ha  aiutato molto. Stavo per fermarmi a Pitsburg dove arrivai liceale con Intercultura. Poi  vinsi una borsa di studio in Basilicata»

Fu raccomandato, immagino, ma non lo direbbe mai

«Dovevo vincerla per forza, c’era una prova in italiano e una in inglese. E io parlavo inglese già allora molto bene. Comunque, è vero, prima di me c’erano molti figli di  universitari, parlamentari, insomma potenti».

Siete in campagna elettorale con De Filippo

«Le elezioni sono a novembre»

Vabbè, però c’è tutto il resto, prima.

«Sto girando molto, ma questo non è un calcolo, sto dentro la politica, ci  vuole passione e io per carattere ne ho molta. Sono un sagittario. Però non credo al professionismo della  politica. Per fortuna mia, come le dicevo all’inizio, le finestre non mi  mancano e anche gli interessi»

Me ne dica una

«Il cinema»

Non sono io la persona più adatta per parlare di questo, anche se ho qualche  conoscenza. Mi dica, allora, a quale titolo penserebbe per descrivere questo momento  della Basilicata

«uhm, non me ne vengono in mente» 

Ha visto la Grande bellezza?

«Sono un fan di Sorrentino, anche se il film di Sorrentino che mi è piaciuto  di più è le conseguenze dell’amore. Uno strepitoso Servillo» (Beh, una passione sfrenata comune ce l’abbiamo. Oltre al segno zodiacale).

Ritorniamo alla Basilicata, questa piccola Basilicata vista da una conferenza internazionale

«Guardi è proprio questa la prospettiva da cui bisogna guardarla. Bisogna conoscere il mondo, capire come va, come sta cambiando per attrezzarsi ad avere gli strumenti giusti e applicarsi a risolvere i problemi della nostra piccola regione».

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