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SANTA MARIA DEL CEDRO (CS) – Alla fine avevano ragione i bagnanti: nel mare di Santa Maria del Cedro non c’erano solo alghe comuni ma anche batteri. Tanto da indurre l’Arpacal, stavolta, a inviare una comunicazione con la quale si invoca da parte del sindaco un provvedimento di interdizione alla balneazione, nei pressi della foce del torrente Fiumicello e nella costa limitrofa. 

IL FIUME DELLA DISCORDIA – In una successiva comunicazione, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale precisa “che il Comune di Santa Maria del Cedro ci ha informato che il torrente Fiumicello, oggetto delle analisi citate nel comunicato, non si trova sul confine tra la stessa Santa Maria del Cedro e Grisolia ma è ‘interamente nel territorio comunale di Grisolià. E’ l’Abatemarco, altro fiume monitorato i cui valori erano nella norma, che ricade nel comune di Santa Maria del Cedro”. Insomma, il fiume è stato “spostato” nel comune vicino, ma batteri e liquami non hanno limiti territoriali e il problema rimane.

LE BARRICATE SULLA STATALE 18 – L’esasperazione dei villeggianti, alle prese con il mare che da giorni appariva sporco, è esplosa martedì mattina (LEGGI L’ARTICOLO): un gruppo di persone ha invaso la statale 18 tirrenica mettendo di traverso cassonetti della spazzatura e mandando in tilt la circolazione in tutto il tratto settentrionale del litorale cosentino. I  turisti hanno chiesto l’intervento della magistratura per chiarire le cause della sporcizia in mare. Domenica altri liquami erano stati segnalati tra Diamante e Cirella, poco distante da Santa Maria del Cedro.

LE RASSICURAZIONI DEL SINDACO – L’amministrazione comunale si era affrettata a precisare che le analisi dell’Arpacal effettuate il 12 e il 14 agosto nella zona escludevano il rischio di inquinamento e parlavano solo di “presenza di specie algali comuni”. Non era necessario, quindi, proibire la balneazione e intervenire. Ma le analisi successive, per le quali i risultati sono stati resi noti solo oggi, hanno smentito questa situazione, prospettando uno scenario più inquietante.

LE ANALISI CONFERMANO L’ALLARME – I valori di escherichia coli dei campioni d’acqua di mare prelevati nei pressi della foce del torrente Fiumicello che si trova al confine tra Grisolia e Santa Maria del Cedro sono superiori rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sulla balneazione. E ciò dovrebbe determinare un provvedimento da parte del sindaco della cittadina tirrenica cosentina di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”. 

A comuncarlo è stato Edoardo Fiorino, dirigente del servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), che ieri ha ricevuto i referti finali delle analisi eseguite dai laboratori di Cosenza sui campioni prelevati domenica pomeriggio a Santa Maria del Cedro, con la collaborazione della Guardia Costiera di Diamante, a seguito di alcune delle diverse segnalazioni che stanno giungendo al Numero Verde 800.331929 dell’Arpacal. 

LE SEGNALAZIONI AL NUMERO VERDE – Da diversi giorni, riferiscono dall’Arpacal, giungono al centralino – istituito a seguito dell’iniziativa “Sos Pronto intervento per il Mare 2013” sulla base di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e la stessa agenzia ambientale calabrese – segnalazioni su presunte emergenze ambientali nel tratto di costa che interessa i comuni di Diamante, Santa Maria del Cedro, Grisolia e Scalea.

Nella gran parte dei casi si è trattato di proliferazione algale. Nello specifico degli interventi del 18 agosto scorso, e più precisamente quelli contraddistinti dai codici 180813CS007 e 180813CS004, dopo i campionamenti delle acque superficiali del fiume Abatemarco e del torrente Fiumicello, ed a conclusione dell’attività di analisi di laboratorio – che ha una tempistica standardizzata dalla normativa nazionale – si è accertato il superamento dei valori per il torrente Fiumicello, mentre valori nella norma per l’Abatemarco. «Questo caso specifico – ha commentato il direttore scientifico dell’Arpacal, Oscar Ielacqua – dimostra l’efficacia dell’iniziativa Sos Pronto Intervento per il Mare: numerose segnalazioni ci portano in questi giorni a refertare la presenza di mucillagini o proliferazioni algali, ma in questo caso solo grazie alle segnalazioni dei cittadini, siamo riusciti ad individuare vere emergenze per la salute dei bagnanti e per l’ambiente». 

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