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L’estate è ormai tramontata ma restano impresse le immagini di acque melmose di colore marrone del mare di Paola (Cs) soprattutto nei mesi di luglio e agosto, e soprattutto la rabbia di bagnanti e turisti. L’inchiesta aperta dalla magistratura del Tribunale di Paola ha in questi giorni fornito una prima risposta sull’inquinamento della costa tirrenica.
E c’è chi, pronto a prendersi una rivincita, ha pensato di imbottigliare un po’ di mare di Paola, da recapitare in tre distinti contenitori all’attuale governatore Giuseppe Scopelliti, all’ex Agazio Loiero e al presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. Il tutto accompagnato da una lettera in cui viene spiegato il gesto, con l’invito a fare un piccolo assaggio dell’acqua.
Una “provocazione” che porta la firma dell’avvocato Edoardo Stefano, rappresentante del comitato “Mare pulito” di Paola costituitosi nei mesi scorsi. «Vi indirizzo la presente – scrive nella lettera – in ragione del vostro più volte ribadito apprezzamento per la qualità e la pulizia del mare che bagna Paola». Stefano ricorda che Oliverio «fin dal 2005 rispedisce al mittente le lamentele per il mare sporco, sostenendo che l’acqua a Paola è così pulita che addirittura “si può bere”; la sua lotta contro le “male lingue” – commenta Stefano – è stata così energica da meritargli un premio: il Tapiro d’oro, infatti, campeggia trionfante nella vetrina dei trofei meritatamente conseguiti dal Presidente della Provincia nella sua lunga carriera politica. Pari entusiasmo – prosegue la lettera – ha animato l’onorevole Loiero che, pure lui, ha spesso magnificato la purezza del mare di Paola, dichiarandosi con fervore ed eccitazione pronto a brindare con un bicchiere colmo delle sue acque. Buon ultimo (ma solo per ragioni anagrafiche), si è iscritto al club degli aspiranti bevitori il presidente Giuseppe Scopelliti, il quale per non passare inosservato, ha deciso di farci visita in elicottero per venirci a dire che lui invidiava – persino – la pulizia e la lucentezza del nostro mare. Niente paura per la “schiumetta” (l’ha chiamata così, quasi vezzegiandola): sono solo alghe. Tutta natura, quindi». Per questo motivo conclude, viene inviato «un flacone colmo di acqua attinta stamani dagli argentei flutti del mare paolano, in modo da consentirvi di degustarla in pubblica adunanza e dimostrare nuovamente che, ora come allora, il mare di Paola non è né sporco né inquinato ma, anzi, si può bere. Salute. Con i miei migliori auguri».

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