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LAMEZIA TERME – Nei giorni scorsi è stato sequestrato il depuratore di Pianopoli da parte dei carabinieri, ora ne sono stati sequestrati altri cinque, sempre nel Lametino.  I depuratori erano stati segnalati poichè i fanghi finivano nei fiumi. E il malfunzionamento del sistema depurativo avrebbe causato un trascinamento degli stessi nello scarico finale che sfocia in mare, andando a compromettere il golfo di Sant’Eufemia, sul quale affacciano numerosi centri litoranei della Calabria tirrenica. Nei giorni scorsi il Quotidiano aveva documentato la condizione delle acque nello sbocco del depuratore di Lamezia (LEGGI).

GUARDA LE FOTO: COSI’ L’ACQUA ESCE DAL DEPURATORE

NIENTE MANUTENZIONE NONOSTANTE LE DIFFIDE – Sui 5 impianti sequestrati oggi, nonostante il differimento, non sarebbero stati eseguiti i lavori per rimettere in efficienza gli impianti di Nocera Terinese e Serrastretta. A luglio scorso, infatti, la Procura della Repubblica aveva dato 30 giorni di tempo per rimettere in efficienza i depuratori. Trascorso tale termine senza che siano stati rimossi gli inconvenienti, la Procura della Repubblica ha ora dato formale esecuzione ai decreti di sequestro preventivo degli impianti di depurazione di Nocera Terinese e dei quattro impianti di depurazione del Comune di Serrastretta.

Per l’impianto di San Pietro a Maida, notevolmente migliorato nell’ultimo mese, il pubblico ministero Santo Melidona, ha, invece, concesso ulteriori sessanta giorni di differimento per l’esecuzione dell’eventuale provvedimento di sequestro. Il pm ha disposto i sequestri dei depuratori dopo aver acquisito le relazioni di verifica, scaturite dai sopralluoghi eseguiti dal consulente dell’Ato 1 di Cosenza, nominato in qualità di esperto e dagli ulteriori accertamenti esperiti anche dai Guardacoste.

I militari della sezione di Polizia marittima e difesa costiera della capitaneria di porto di Vibo marina, hanno quindi provveduto a dare esecuzione ai cinque provvedimenti di sequestro degli impianti di depurazione, quello consortile del Comune di Nocera, che riceve le acque reflue dei comuni di Belmonte, Amantea, Nocera e parte di Falerna e i quattro di Serrastretta, provvedendo, nel contempo, a notificare gli stessi agli indagati (i sindaci di Nocera e Serrastretta) e al consulente nominato dalla Procura della Repubblica.

SUL VERSANTE IONICO SEQUESTRATO UN TORRENTE – Non va meglio sul versante opposto della Calabria: i carabinieri del Nucleo operativo ecologico e della stazione di Botricello, sempre in provincia di Catanzaro, con l’ausilio di personale dell’Arpacal, hanno sequestrato un tratto di corso del torrente Arango, al confine tra i comuni di Botricello e Belcastro, dove insiste il depuratore. La decisione è stata ssunta al termine di una ispezione durante la quale è risultato un grave inquinamento ambientale nel tratto a ridosso della spiaggia, con indici di inquinamento sia di natura chimica che batteriologica. 

I carabinieri hanno riscontrato il corretto funzionamento del depuratore, ma le gravi condizioni del torrente nel tratto a valle. Oltre al provvedimento di sequestro, il sostituto procuratore Paolo Petrolo ha aperto un fascicolo contro ignoti nel quale si ipotizza il reato di sversamento e scarico di rifiuti nel letto del torrente. Il provvedimento di sequestro è stato convalidato dal gip Assunta Maiore, la quale nel proprio atto ipotizza che le acque dell’impianto possano avere inquinato in precedenza il corso d’acqua. Nel corso dei prelievi effettuati dall’Arpacal, infatti, è stata riscontrata la presenza di fanghi per la depurazione nel torrente. 

 

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