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CATANZARO – Un decreto commissariale da preparare prestissimo, “nei prossimi giorni” da presentare al Consiglio regionale, e che presenti una modifica di legge, che separi, in materia di sanità privata, l’ autorizzazioni dall’accreditamento. Decreto che dovrà essere appunto “ridecretato” insomma votato all’ Astronave di Reggio, il Consiglio regionale. E’ quanto, in sintesi, ha detto il commissario Massimo Scura, dopo un lungo faccia a faccia con l’imprenditore Marrelli, e la moglie ex presidente facente funzioni della Regione Antonella Stasi. 

Una autorizzazione, ha detto Scura, che è intanto il primo passo da fare, e che va separata dal discorso accreditamento da affrontare in un secondo momento, perché, ha detto il commissario ” io faccio quanto mi viene indicato dal governo, e questa legge calabrese cosi com’è non va bene”.

Il commissario si è soffermato su altri dettagli tecnici riguardo al caso Marrelli hospital e ha detto: “Lo ripeto, io faccio il tifo per la Marrelli. Dateci qualche giorno per fare le cose per bene e in ordine”. ” La Marrelli non è una questione politica, commissario” tuonava intanto Antonella Stasi durante l’incontro a via Buccarelli a cui hanno assistito in tanti. Fuori dal palazzo la manifestazione, partecipata e bene organizzata, è proseguita nella rabbia e senza incidenti.

E’ la conclusione questa di una mattinata piuttosto “calda” e non solo da un punto di vista meteorologico. A via Buccarelli, a Catanzaro, sede del dipartimento regionale tutela della Salute sono arrivati almeno seicento crotonesi, con quindici pullman partiti da Crotone e almeno cento auto: si erano dati appuntamento alle 7,45 e hanno intonato cori in attesa dell’incontro col commissario Scura, unico anello mancante per ottenere dopo 18 mesi l’autorizzazione per il Marrelli hospital, che vuole divenire quel centro oncologico di cui la Calabria ha più che mai bisogno.  (GUARDA LE FOTO)

«È semplicemente vergognoso – gridava una donna bagnandosi la testa con una bottiglietta d’acqua – che si stiano letteralmente a rimpallare nella burocrazia mentre noi viviamo in una terra inquinata con una casistica di tumori preoccupanti, migrazione oncologica, e senza motivazioni valide continuano a negare l’autorizzazione. Oggi vogliamo tornare a Crotone col decreto firmato».

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