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MATERA al centro della ricerca e dell’osservazione della terra. Fino a venerdì, infatti, all’Università di via San Rocco e alla Mediateca  di piazza Vittorio Veneto si terrà l’incontro internazionale “Towards Horizon 2020: earth observation and social perspectives” promosso da EarSeL, società scientifica nata sotto gli auspici dell’Esa – Agenzia spaziale europea con l’obiettivo di promuovere la ricerca, la formazione e lo sviluppo tecnologico nel campo del remote sensing: dal telerilevamento alla geofisica.

La manifestazione organizzata dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) e dall’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa)  del Consiglio nazionale delle ricerche prevede incontri, workshop, momenti formativi, per favorire il dibattito su scala europea sulle modalità di cooperazione scientifica e sulle strategie di sviluppo tecnologico per colmare il gap tra ricerca e mercato, come ad esempio nel settore  dell’osservazione della Terra.

Nel corso delle giornate, sono previsti 4 workshops tematici (cultural heritage, coastal zones, developing countries, educational and training), l’evento Meet-Eo (Business opportunities in earth observation & remote sensing technologies), la mostra Archaeo-sat organizzata insieme con l’Asi  e una scuola di tre giorni dedicata all’indagine archeologica da satellite, con lezioni teoriche e sul campo.

Nella sessione pomeridiana che è prevista per domani, dedicata ai beni culturali, verranno presentati per la prima volta i risultati di una campagna di indagini archeogeofisiche, cui hanno partecipato l’Ibam e l’Imaa del Cnr, effettuate nel sito di Arenal (Lambayeque, Peru) dal 2010 al 2012.

Tali studi  hanno portato alla scoperta da parte degli archeologi peruviani, diretti da Ignacho Alva, di un tempio Moche del III-V sec. d.C. dedicato alle attività cerimoniali del sacrificio umano.

La scoperta è avvenuta grazie all’impiego di diversi metodi di investigazione geofisica (georadar, geoelettrica) e di telerilevamento satellitare da parte della  missione del Cnr in Perù,  diretta da Masini, e costituita tra gli altri dai ricercatori Gianni Leucci, Raffaele Persico e Rosa Lasaponara.

L’aspetto interessante è stato quello di essere riusciti in particolare con tecniche georadar ad individuare una struttura architettonica in terra cruda sepolta al di sotto di 3-4 metri di sabbia, individuando anche diverse fasi di rimodellamento dell’architettura sepolta poi confermati dagli esiti dello scavo.

Infine nella mostra “Archaeo-Sat : from space a window on the past”, allestita  fino all’8 giugno presso la Mediateca, saranno esposte immagini di aree archeologiche osservate dallo spazio, tra le quali: Angkor, linee di Nazca, Sabratha, Pelusium, Ercolano, Stonehenge.

matera@luedi.it 

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