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IL 17 ottobre 2014 resterà una data storica, che potrà essere pienamente onorata dal 2019 solo se sarà vinta la partita iniziata con il verdetto del Selection Panel, quell’indimenticabile pomeriggio autunnale nel Salone del Consiglio nazionale del Mibact.
E’ una sfida che va affrontata con passione e razionalità, entusiasmo e lucidità, pragmatismo e lungimiranza, memoria e prospettiva, radicamento e orizzonte, tradizione e cambiamento, determinazione e confronto.
Non ci si dovrà far sopraffare dall’imponenza della prova, ma neanche affrontarla con sciatteria, superficialità, boriosità. Matera si gioca una carta decisiva. E con essa la Basilicata.
Può aprirsi un nuovo ciclo. Può costituire un altro importante segno di un Mezzogiorno che riesce a essere moderno protagonista nello scenario europeo. Senza tanta retorica, come quella che trabocca da ripetitivi e generici slogans, ma con la consapevolezza e la concretezza di un impegnativo percorso che può anche costituire un possibile schema o modello di riferimento per altre città.
D’altronde, molti sono i casi in cui imprese, territori, comunità del Mezzogiorno hanno dimostrato vitalità, coraggio, capacità. La singolarità di Matera 2019 consiste nello specifico binomio su cui si innesta questo cimento: città e cultura, che nel caso di Matera, per quanto detto e ricordato, si fondono e quasi si confondono.
La città nel Mezzogiorno è stata spesso il luogo di scempi e disgregazioni, con la cultura relegata in un ambito marginale, eventuale, limitato.
Qui, città e cultura sono invece protagonisti di una scommessa inedita, in una integrazione unica, in una dimensione originale quale é quella europea.
Questa sfida sarà vinta se la città sarà unita. Se competenze e volontà democratica sapranno intendersi e integrarsi, se le coordinate culturali saranno rigorose, se la programmazione diventerà il modello ordinario delle scelte, se i grandi e piccoli eventi si coniugheranno con interventi strutturali permanenti imperniati sulla cultura, se si sapranno rivendicare e ottenere scelte e investimenti nazionali importanti su Sassi e accessibilità, se la fisionomia della città rimarrà successivamente e stabilmente quella che ci si prefigura acquisirà nel 2019, conservando la peculiarità che la rende unica.
Perciò la selezione qualitativa di nuovi progetti e intraprese è irrinunciabile. Matera Capitale europea della cultura non dovrà diventare un grande luna park o un mega villaggio turistico o commerciale.
Vale anche, però, l’opposto. Non si dovrà rispondere no ad ogni modifica e novità, temendo contaminazioni e alterazioni.
Il crinale sul quale si dovrà camminare è quello del cambiamento compatibile e sostenibile, che genera nuove utilità e opportunità senza sacrificare valori, testimonianze, caratteri della città.
Le energie culturali e politiche migliori della città devono stare in campo, più e meglio di quanto non abbiano fatto finora. Un progetto di candidatura si può anche delegare ad un team tecnico, il futuro della città no. Questo appartiene a tutti e coloro che hanno intelligenze, conoscenza, visione devono partecipare attivamente a edificare questo futuro.
Senza spocchia né arroganza, ma anche senza timidezza e diffidenza. Lo dobbiamo per la gratitudine e l’amore verso la città dove siamo cresciuti e viviamo. Matera 2019 è ormai parte di noi, e noi dobbiamo essere parte di essa. La storia e la vita non sempre sono generose di opportunità straordinarie come questa, sicuramente non danno prova di appello. Una ragione in più per affrontare e vincere la sfida di Matera 2019 città della cultura.
Un grande sogno collettivo che può diventare realtà intorno ad una risorsa straordinaria che si chiama “Cultura”, interpretata e declinata come ampiamente illustrato nelle pagine precedenti.
E se la Basilicata può immaginarsi come “una catena di sogni che non tarderanno ad affacciarsi nella Storia”, per dirla con il narratore dello storico viaggio di Zanardelli, oggi può essere uno dei momenti in cui ciò si realizza. Conoscenza, consapevolezza e partecipazione dovranno accompagnare la città domani più ancora di ieri e di oggi: un patrimonio di esperienze, impegno, competenza, acquisizioni, volontà che innanzitutto i materani, e con essi i lucani tutti, hanno e vogliono mettere a disposizione e servizio di un nuovo e appassionante capitolo della storia millenaria della città.
Nessuno può chiamarsi fuori, nessuno deve essere lasciato fuori. Per dare forma e sostanza ad una città dinamica, creativa, che valorizza il lavoro, il talento, le produzioni, che predilige la speranza, la bellezza del paesaggio, la socialità, che accoglie, rispetta, promuove, libera le energie di ciascuno: la città della cultura.
Questo è il sogno collettivo di Matera, per e dopo il 2019. Potremo così brindare al Capodanno 2020, fieri di quello che avremo saputo fare e pronti ad affrontare nuove sfide.

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