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Gentile direttore,

come Presidente del Consorzio Turistico di Maratea, leggo non senza rammarico l’articolo, a firma di Antonello Grassi, pubblicato qualche giorno fa sul suo giornale, dal titolo “Matera superstar, è boom di stranieri” , il cui senso sinceramente mi sfugge, se escludo che si tratti di uno spot pubblicitario, se non altro Sia chiaro che, come operatore, ma soprattutto come italiano (non sono lucano), sono felicissimo se Matera dopo anni di povertà e di indifferenza, sia emersa all’ attenzione dei più, come località turistica di interesse internazionale. Convinto meridionalista, sono anche entusiasta che sia candidata a “Capitale Europea della Cultura 2019” e mi auguro che alla fine risulti la vincente.

Sono poi ancora più lieto di leggere i risultati turistici certamente esaltanti che sta raggiungendo negli ultimi tempi, anche perché in maniera anche egoistica, ritengo che anche se piccolissima, una quota di questo flusso passi anche per Maratea. Quindi l’elogio è condivisibile ed il tifo campanilistico diventa prezioso coadiuvante, ad una intensa e giusta azione di promozione che da anni si sta portando avanti.

Lo sconforto però è totale, quando leggo, che senza alcun giustificato motivo si cerca di fare un confronto con Maratea, in maniera inappropriata e poco professionale. Quasi a voler dettare “una di quelle profezie che si autoavverano”.

Dire che “Maratea arretra” è certamente falso e tendenzioso, se si considera che solo nel 2012, Maratea in controtendenza con i dati nazionali ha visto un incremento del 12% delle presenze, mentre nel 2013 una sostanziale tenuta di questi valori con un calo di appena 293 (dico duecentonovantatre) arrivi e l’ 1,91% di presenze. Perché nell’articolo viene esplicitato il calo più sostanzioso del Pollino, e si tace invece per Maratea, dando una informazione parziale e pertanto fuorviante?

La stessa considerazione fatta, che Matera è ormai la Stella Polare del turismo in Basilicata, mi sembra un tantino azzardata e fuorviante della realtà. D’altra parte lo stesso articolo, non può evitare di confermare, successivamente che Maratea è ancora il primo polo turistico della Basilicata. Quindi Matera casomai è un astro nascente, che si avvicina rapidamente al primato e come tale va verificata ancora la reale vitalità, che invece Maratea conferma con una storia di successi ultradecennale. La verità quindi è che Maratea, nonostante tutti e tutto, è ancora saldamente il primo comune lucano in termini di presenze turistiche e se ci sarà il sorpasso (e non sarebbe ne uno scandalo, né un evento eccezionale, ma semplicemente normale, viste anche le dimensioni delle due città) lo scopriremo solo vivendo, dice una famosa canzone.

Voler confrontare Maratea con Matera, poi non solo è un esercizio malsano, ma senza senso per tanti motivi. Si tratta, come noto, di due realtà estremamente diverse. La prima è località balneare, con un turismo, di fatto, concentrato nella stagione estiva, l’ altro invece è culturale con un flusso praticamente costante tutto l’anno. In termini gestionali, a parità di occupazione media delle strutture, il primo è assolutamente più redditizio (e glielo dico da imprenditore), perché i costi sono concentrati in pochi mesi. Non va inoltre dimenticato che Matera è una città capoluogo di provincia, con un substrato di attività politiche, istituzionali, economiche che negli anni è andato giustamente crescendo e che andrebbe estrapolato dal resto per valutare l’effettiva attrattività turistica della località.

Altro elemento di primaria importanza nella valutazione è oltre alla spesa media per cliente, anche il costo contratto per ottenere ogni singolo arrivo. In una valutazione siffatta Maratea avrebbe ancora una volta, la meglio e di gran lunga, sia per la maggior lunghezza dei soggiorni, sia per un livello prezzi, credo, mediamente più alto, ma soprattutto per l’ enorme differenza di investimenti operati dalle istituzioni lucane negli ultimi tempi sia in termini di promozione, ma anche in termini infrastrutturali su Matera rispetto a Maratea. Solo il pubblico può permettersi (e ben fa) scelte tanto diseconomiche. Un privato avrebbe investito in maniera assolutamente simmetrica, preferendo concentrarsi dove il ritorno economico sarebbe stato maggiore e certo.

Maggior equilibrio ed equità, avrebbe suggerito termini più prudenti mettendo sullo stesso piano le due cittadine, senza lasciarsi andare a giudizi ed illazioni inutilmente dannosi.

Alla luce dei sempre più ingenti investimenti che la Regione Basilicata, giustamente opera, per promuovere Matera come destinazione turistica culturale, che ovviamente portano ad un costo di promozione per ogni singolo arrivo particolarmente elevato, un articolo giornalistico interessante, piuttosto che tentare di interpretare i dati statistici, avrebbe a mio modesto avviso dovuto interrogarsi sulla reale convenienza delle scelte politiche effettuate in questi anni. Sui reali ritorni economici per i lucani, sul numero di soggiorni gratuiti offerti e pagati dai contribuenti lucani, sul numero di eventi sostenuti con finanziamenti pubblici, sulla opportunità o meno di un collegamento stradale tra Matera e Bari, piuttosto che con il resto della Basilicata. Su quanto sia costata questa strada e se questa abbia portato ad un flusso positivo o negativo di turisti.

Quanti turisti trovano più comodo soggiornare in Puglia e visitare Matera in escursione? Quanti lucani trovano più comodo spostarsi in Puglia per un matrimonio o per un evento piuttosto che a Maratea, dove le strade invece sono state probabilmente tracciate nel Medioevo? E se questo modello risultasse vincente se è replicabile altrove.

Un giornalista avrebbe dovuto analizzare i punti di forza e di debolezza delle varie località ed interrogarsi se si sta operando correttamente e se sono stati commessi errori, avanzando proposte concrete di miglioramento per tutti i territori.

Nel caso di Maratea, ci si può chiedere, come è possibile che una località balneare tanto isolata e così difficile da raggiungere, riesca comunque a produrre un volume di presenze maggiore di altre località forse meglio promosse e più facilmente raggiungibili. Ci si potrebbe chiedere se era possibile fare di più, chiedersi se in questi anni è stato fatto qualcosa dalle istituzioni, per alleviare i tanti punti di debolezza o se i risultati raggiunti sono solo il frutto estenuante di operatori preparati e capaci, lasciati in solitudine ad esprimere il loro potenziale, magari facilitati da un consolidato e percepito brand di qualità, associato al nome di Maratea. Chiedersi ancora, cosa si sta facendo per valorizzare il Cristo Redentore, importante attrattore, e simbolo rappresentativo per tutta la Basilicata, per il quale nel 2015 decorrerà il cinquantenario.

Invece l’ articolo si limita ad una lettura di dati statistici, giustificandoli attraverso le variate abitudini e preferenze dei turisti. Quasi ci trovassimo a fare una indagine di mercato in un supermercato. Una valutazione, mi permetta un tantino banale e certamente errata.

* Presidente consorzio turistico Maratea

 

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