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MATERA – La prima illegittimità risale all’aprile del 1993, quando l’amministrazione comunale di Matera stipulò la convenzione per il Piano di lottizzazione convenzionata del Centro direzionale, nel quale si trovavano aree di proprietà della Provincia di Matera (foglio di mappa n. 71, particelle 121, 166 e 424) per 4810 mq (con diritto ad edificare per 6350 metri cubi).

Lo scrive il dirigente dell’ufficio legale dell’ente di via Ridola che spiega che già in quell’occasione il Comune non aveva avuto «il consenso della Provincia alla lottizzazione alla quale invece hanno prestato ampio consenso tutti gli altri proprietari della restante parte del suolo, quali privati cittadini e società di costruzioni».

Nasce da questo mancato assenso la richiesta di 2 milioni di euro notificata all’amministrazione comunale, dall’ente di via Ridola di cui si discuterà il prossimo 20 dicembre.

Franco Stella, attuale presidente della Provincia commenta così la scelta dell’ente di via Ridola: «Le azioni promosse, sono frutto di scelte politiche prese all’unanimità». Sui ritardi protratti per 20 anni aggiunge: «Appartengono a quelle amministrazioni. La nostra gestione ha anteposto gli interessi legittimi. I tempi biblici non ci appartengono, i nostri sono diritti acquisiti».

Il percorso a ritroso consente di comprendere con chiarezza l’intera vicenda che riguarda l’area che si trova fra il palazzo di Giustizia e l’istituto tecnico “Loperfido”. All’epoca dei fatti la Provincia non impugnò gli atti «in ragione dell’importanza dell’opera edilizia per la comunità materana». Da quel momento, in un’altalena di silenzi e incontri senza risultati, la Provincia chiede «più volte al Comune l’esatta destinazione urbanistica delle particelle di proprietà provinciale e i relativi parametri assegnati, nonchè i relativi lotti da edificare, senza ottenere alcun riscontro». L’ufficio legale della Provincia fornisce una spiegazione della ragione di conferenze di servizi e riunioni fra amministratori e tecnici. «Servite al solo scopo di far guadagnare tempo al comune che, a tutt’oggi, non ha assunto alcuna iniziativa concreta atta a rispettare i diritti e soddisfare gli interessi dell’ente provinciale, privato della sua proprietà». Il 4 ottobre 2001 il presidente della Provincia dell’epoca, Giovanni Carelli, convoca una conferenza di servizio evidenziando l’inerzia del Comune. Elio Bergantino, all’epoca rappresentante del Comune, dichiarò: «Le soluzioni possono essere le più varie». In quell’incontro al Provincia proposte un gruppo di lavoro interistituzionale, al quale non ci fu più seguito.

Tre anni dopo tocca al nuovo presidente Carmine Nigro, affrontare il problema. Il 27 ottobre 2004, nuova conferenza di servizio nella quale l’assessore all’Urbanistica del Comune, Gaetano Santarsia sostenne, tra l’altro: «L’amministrazione comunale intende avviare studi che possano consentire di individuare l’assetto urbanistico ottimale, con la possibilità che la relativa attuazione avvenga con un accordo fra gli enti interessati, titolari delle volumetrie assentite, da  candidare anche a finanziamenti, Resta, comunque, la necessità di dare attuazione, nel breve periodo, alla realizzazione del collegamento viario tra via Aldo Moro e viale delle Nazioni unite, interessando tra l’altro proprio le aree di proprietà dell’ente Provincia. Per le sole superfici strettamente necessarie per la realizzazione di suddetta arteria di collegamento, è possibile esaminare la possibilità  di  un’acquisizione delle relative aree da parte del Comune di Matera, dietro corrispettivo  pari alla presumibile indennità di esproprio o dietro cessione compensativa di diversa area di pari valore, ove l’Ente Provincia ne avesse bisogno per finalità istituzionali». La riunione fu aggiornata a un mese di distanza, ma non si tenne più.

Nel 2008, 15 anni dopo l’adozione del Piano di lottizzazione, il Comune ha incaricato un gruppo di progettisti di chiara fama a ridisegnare piazza della Visitazione «Dove avrebbe dovuto collocarsi la volumetria della Provincia, così come sostenuto dall’ingegnerSantarsia». Ancora silenzio fino al 7 settembre 2010 quando l’avvocato D’Onofrio diffida il Comune al pagamento corrispondente al valore del suolo che in quell’occasione fu valutato 5 milioni e 500 mila euro. Secondo le indagini  di mercato, la cifra venne poi individuata in 2 milioni. In quell’occasione il Comune assicurò che «stava predisponendo una variante urbanistica che avrebbe dovuto individuare un lotto edificabile per la volumetria spettante da assegnare alla Provincia». Impegno caduto nel vuoto e per il quale rimane in piedi la richiesta di 2 milioni di euro, valore di mercato di quell’area. «E’ doveroso per l’ente tutelare i propri diritti ed interessi soprattutto nell’attuale momento storico in cui la Provincia di Matera a seguito dei notevoli tagli di fondi per le leggi penalizzanti le autonomie locali, versa in una situazione di grave crisi finanziaria».

a.ciervo@luedi.it

 

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