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Questa mattina il Consiglio dell’Unione europea – Cultura e sport ha formalmente conferito il titolo di capitale europea della cultura per il 2019 alle città di Matera (Italia) e Plodviv (Bulgaria).

Alla seduta solenne del Consiglio d’Europa hanno partecipato il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e il sindaco di Plodviv, Mr. Ivan Totev.

Nel corso della seduta solenne sono stati richiamati alcuni dei contenuti presenti nei due dossier che hanno convinto la giuria, quello di Matera “Open Future” e quello di Plodviv “Together”.

«Dopo Expo2015, Matera 2019 rappresenta il prossimo importante appuntamento internazionale del nostro Paese. Si tratta – ha detto il sottosegretario Francesca Barracciu – infatti di una grandissima opportunità non solo per la Basilicata, ma per l’intero Mezzogiorno e per l’Italia tutta, sia a livello turistico che a livello di pianificazione strategica: il messaggio straordinario che arriva da Matera è che la cultura può essere messa al centro dei programmi e diventare il fattore aggregante e propulsivo per un’area vasta che può trasformarsi e crescere anche dal punto di vista sociale ed economico, fino a diventare un simbolo di riscatto per un territorio troppo spesso additato di essere incapace di autovalorizzarsi e di promuovere progettualità e spirito d’iniziativa».

«Matera 2019 in questo senso – ha aggiunto – ha stupito tutti per la sua capacità di raccogliere l’eredità del passato con uno sguardo rivolto al futuro, mobilitando tutta la sua comunità, aprendosi all’Europa e alle contaminazioni culturali, senza dimenticare le proprie tradizioni e la sua millenaria identità storico culturale».

«Assistere alla riunione del Consiglio dell’Unione Europea che stamane ha ratificato la decisione della giuria è stato molto emozionante. Questo traguardo, come d’altronde ha riconosciuto la giuria, è il risultato di un durissimo e proficuo impegno delle istituzioni e dei cittadini – ha detto Salvatore Adduce, sindaco di Matera –  Dopo aver chiuso felicemente un percorso di candidatura durato cinque anni che non solo ci ha visti prescelti dalla giuria ma soprattutto ci ha messo in rete con centinaia di realtà italiane e straniere, destando una curiosità fortissima nei media nazionali e internazionali, e praticamente vedendo già i ritorni concreti in turismo tradizionale e comunicazione frontale a partire dal 18 ottobre 2014, ora abbiamo di fronte altri otto anni di un lavoro che sarà implementato in quattro biennalità, già descritte e budgettate nel dossier presentato alla commissione giudicatrice».

E in futuro? «Oggi – ha aggiunto ancora il primo cittadino –  la sfida è trasformare questo primo deposito di risorse, di sapere e di bellezza come argomento di lavoro / vita per tutti quelli che possono e vogliono diventare nostri partner di progetto. Una sfida enorme che si basa su un principio essenziale: la fiducia. E su una dote importante per chi lavoro a scavalco tra pubblico e privato: la responsabilità. Con un nemico principale da battere, l’invidia, male dei nostri tempi».

«I primi due anni – ha fatto eco Paolo Verri, direttore del comitato Matera 2019 – saranno dedicati a strutturare la Fondazione come strumento collettivo aperto a tutte le più interessanti realtà del sud (alcune a titolo esemplificativo le abbiamo già citate, ma molte ne cercheremo e aderiranno sulla base dei propri interessi e stimoli), ma soprattutto a fare formazione: formazione di produttori di contenuti, formazione di mediatori di pubblico, formazione di personale amministrativo negli enti locali e anche tra i privati in grado di capire e di velocizzare i percorsi legislativi e funzionali necessari alla realizzazione più efficiente ed efficace del percorso. Come discusso con Charles Landry nella prima fase di candidatura e con Chris Torch e Bob Palmer nella seconda, lavorare ad una “creative burocracy” è assolutamente la base di tutti i percorsi culturali a venire nei sistemi urbani complessi».

Il programma andrà avanti. Le annualità 2017 e 2018 saranno dedicate a produrre tra soggetti del territorio e della macroregione sud (Basilicata + Puglia + Campania + Calabria) e 54 città partner. 27 europee (una per ogni paese UE), 23 italiane (una per regione più le precedenti tre capitali della cultura, ovvero Firenze 1986, Bologna 2000 e Genova 2004) e 4 extraeuropee (da selezionare una per continente sulla base di interessi e istanze comuni, di problemi e sfide da affrontare come il tema delle città ipogee e rupestri, delle comunità con forte emigrazione intellettuale, di luoghi dove forte è il confronto tra vita agricola e vita urbana). 

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