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«E’ impensabile che questi provvedimenti arrivino sempre in occasioni delle festività o dei periodi in cui abbiamo maggiore lavoro. Non diamo problemi, ci cerchiamo il lavoro e questa è la riconoscenza che otteniamo».
E’ lo sfogo di Ida Zero, uno degli ambulanti del rione Serra Venerdì che nella mattinata di ieri ha partecipato alla protesta contro il provvedimento di chiusura del mercato del mercoledì. Ad alimentare la protesta dei quindici ambulanti (tre dei quali sono presenti nella zona tutta la settimana), la mancanza di un interlocutore del palazzo di città. Intorno a mezzogiorno, l’intervento della Digos della questura di Matera ha consentito l’incontro fra gli ambulanti, Silvia Vignola assessore alle attività produttive e Gigi Benevento, capo ufficio commercio del Comune che hanno assicurato il loro impegno nel comunicare alla Asl una comunicazione che li indichi, contrariamente agli ambulanti dei mercati di Piazza Ascanio Persio e Via Marconi, non assogettati all’ordinanza del Ministero della Salute del 3 aprile 2002. Gli ambulanti che da oltre 30 anni sono presenti in uno dei quartieri più popolari della città, considerano la chiusura un vero danno economico. Sarebbero anche d’accordo con una riqualificazione dei servizi della piazza ma contestano la chiusura e chiedono un’area alternativa che consenta loro di svolgere la loro attività settimanale. «La piazza, ristrutturata solo un anno fa, è già ritenuta inidonea secondo il parere delle Asl – dicono gli ambulanti .
Gli operatori in questione si sentono traditi anche perchè non hanno mai agito in difformità della legge né mai si sono sottratti al dovuto pagamento della tassa per occupazione del suolo pubblico e agli altri oneri, a differenza di chi nello stesso quartiere ma con la vendita di capi di abbigliamento, occupa addirittura l’area destinata alla pista ciclabile. La stessa ordinanza a firma del dirigente Franco Pepe notificata ai quindici ambulanti, sottolinea come “Nel rione Serra Venerdì esiste dagli anni ’70 un nucleo di commercianti e produttori agricoli, autorizzati dalla Amministrazione comunale ad operare in un mercatino con strutture minime ( fontanino, pensiline in ghisa e banchi anche per la vendita di prodotti ittici)».
Nella stessa ordinanza si dispone , nonostante la permanenza trentennale dei commercianti, «La sospensione delle attività di vendita fino al ripristino delle condizioni strutturali previste dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 3 aprile 2002 (Requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche)» con un’ordinanza del direttore dell’Unità operativa igiene degli alimenti della Asm. Di qui la necessità per l’amministrazione di sospendere le operazioni di vendita di prodotti agroalimentari nell’attuale sito di Piazza Francesco Saverio Nitti del quartiere Serra Venerdì. Un provvedimento che non fissa, però, tempi certi per il ripristino delle condizioni idonee di lavoro. Intanto, ieri mattina Pietro D’Anzi, legale degli ambulanti, ha ufficialmente fatto richiesta di accesso agli atti per avere un quadro preciso della situazione che si è venuta a creare. «Per venire a Matera – afferma Marcello Todisco commerciante di dolciumi di Bisceglie – devo sopportare spese notevoli, poi arrivare sulla piazza e non poter lavorare non è una cosa che mi gratifica». Una decisione mal digerita dagli ambulanti di prodotti agroalimentari che ora puntano il dito contro gli ambulanti del sabato nel rione San Giacomo che vendono la stessa tipologia di merce tra gas di scarico di auto e autobus. Come dire: Due pesi e due misure. Lunedì della prossima settimana è previsto un nuovo incontro tra amministratori e ambulanti nella speranza di trovare un punto d’incontro.

Michelangelo Ferrara

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