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«Non a caso parliamo di Open future perchè Matera deve avere un futuro aperto e la capacità di cambiare la sua storia, di costruire un futuro completamente diverso». Paolo Verri racconta punto per punto il dossier partendo proprio dallo slogan che più lo caratterizza e rispondendo ad una serie di domande e di risposte precise che «cercano di riproporre il percorso fatto, il primo dossier e ciò di cui Matera si caratterizza. Adduce e Pittella sintetizzano la voglia di lavorare tutti insieme per un obiettivo preciso e portano proprio a radicalizzare il concetto di Open future, cioè di pensare che Matera e la Basilicata possano credere nel proprio futuro e non averne assolutamente paura.

La spinta è quella a reinventarsi nuovi ruoli e partecipare alla produzione vera di cultura». Partendo dunque da ciò che è stato Matera ha la forza e la capacità di arrivare a cambiare e costruire un futuro diverso ed ha trovato il modo di coinvolgere ed unire intorno a questo messaggio tutto quanto il suo territorio più di molti altri.

I PROGETTI – Diversi sono i progetti in particolare che riprendono le idee contenute nel dossier a partire dal Museo Demoetnoantropologico: «l’idea cioè che Matera possa diventare uno snodo di tutti gli archivi lucani, italiani ed europei ed essere contemporaneamente consultato da studenti, insegnanti e non solo. Per conoscerne il passato e anche per costruire un futuro diverso.

Un altro progetto importanteè quello dell’Open design school cioè», continua Verri, «un sistema di design contemporaneo con designer che inseriscono proposte ed un’economia legata alle peculiarità del territorio per creare nuovi prodotti made in Matera.

Non dimentichiamo nemmeno il pane con una collaborazione stretta con la Bulgaria che incrocerà l’Europa e che permetterà ancnell’Expo di apprezzare le vie del pane. La valorizzazione di un prodotto come questo non poteva certamente essere dimenticato. Così come non dimentichiamo la città dello spazio come luogo nel quale è possibili riflettere su grandi temi e riflettere sull’innovazione e su alcuni concetti ben definiti.

Ancora ricordo la città scavata cioè un programma che non racconta solo la Matera sotterranea ma che trova punti in comune con  altre realtà come la Tunisia, la Turchia o la Francia del Sud che hanno città e reti sotterranee simili. Pensiamo che ci potranno essere studi aggiornati su tutto ciò ed una mostra visuale con allestimenti di grandi designer che recuperino alcune realtà non completamente utilizzate».

LE RISORSE E LA FONDAZIONE – «E’ il vero punto di forza che ci permette di creare un progetto, di portarlo oltre il 2019 e di definirne non solo gli obiettivi ma anche di individuarne le risorse economiche. Questo ci serve, innanzitutto per dare sostanza e credito al nostro programma ma anche per superare alcune linee di debolezza e di crescita da cui magari partiamo rispetto ad altre realtà. A cominciare dal fatto che dobbiamo recuperare più decisamente un contatto con l’Europa e avere un orizzonte europeo».

INFRASTRUTTURE – «Ci sono tanti obiettivi. Un libro dei sogni? Non credo, credo che se Matera diventerà capitale della cultura vi sarà una spinta vera a definire alcune delle priorità infrastrutturali che potranno garantirci un salto di qualità vero e proprio. Alcune indicazioni vanno seguite ed una spinta a fare ancora di più arriverà certamente una volta raggiunto l’obiettivo».

LE AVVERSARIE E I GUFI – «Direi che in questo momento ci sono tanti gufi, leggo di Siena che dice che le favorite non vincono. Noi non ci sentiamo favoriti, credo che Ravenna merita per il lavoro che ha fatto di vincere e credo che Lecce ha recuperato molte posizioni nell’ultimo periodo ed è una rivale molto temibile.

Conta essere città del Sud? Non credo che faccia la differenza di suo ma certo a parità di programma potrebbe anche avere un suo peso. Io personalmente ho sempre sostenuto che il Sud avrebbe bisogno di tirar fuori attraverso una chance del genere il suo orgoglio. L’ho scritto in tempi non sospetti e quando ancora non ricoprivo questo ruolo».

p.quarto@luedi.it

 

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