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SOFIA e Thomas sposi a Bernalda. Lei regista americana, lui musicista francese. Ci si aspetterebbe un menu in stile nouvelle cuisine esasperato, invece i sapori promessi sono altri. «Capuzzelle, gnumierieddi, fegatelli, lampascioni: tutto al carbone (ossia alla brace)!». Francis Ford Coppola, padre della sposa, non usa altri termini per descrivere le succulente pietanze che verranno offerte ai convitati. Tutte facenti parte della tradizione più spinta. Della cucina lucana d’altri tempi. Tutte cose che «prima non mi piacevano, quando mio nonno Agostino me ne parlava, da bambino, mi facevano senso, poi le ho provate e mi sono ricreduto» spiega Francis. Che cerca di convincere un’esterrefatta Sofia, magra come un’acciuga, decisamente abituata ad altre frequentazioni culinarie. Poi, Francis specifica che ci sarà altro: pesce, formaggi, salumi. «Troppo cibo!» conclude, leccandosi i baffi. Su tutto, il pregiato vino delle tenute Coppola. Per l’occasione opereranno 2 cucine, quella di Gianni Lacanfora e quella del palazzo, nuova di zecca. Un tavolo a ferro di cavallo, nel cortile principale, ospiterà i tre banchetti previsti: il primo e più importante (il giorno delle nozze, ossia sabato 27 agosto) per gli ospiti californiani e francesi (in tutto 60 persone); un altro dedicato agli amici e parenti bernaldesi (50 persone) si terrà probabilmente il giorno prima e l’ultimo, per i parenti leccesi (40 persone) il giorno dopo. Questo perché il cortile non contiene più di 70 persone. Tanti saranno, infatti, i selezionatissimi ospiti per la cerimonia vera e propria che si terrà nel tardo pomeriggio del 27, in giardino, officiata dal sindaco e «in dialetto bernaldese», come chiesto espressamente da Francis. Per quanto riguarda i rumors relativi alla possibile serenata che la cittadina lucana vorrebbe offrire alla sposa, come folclore locale impone, Sofia spiega: «Mio marito è un musicista, lui è francese, magari ha tradizioni differenti, vorrà decidere lui.». Infine, a proposito della destinazione d’uso del Palazzo, a festa ultimata, tutto è ormai pronto affinché la struttura diventi un resort d’alta classe. Oltre a essere il buen retiro dei Coppola. Ci sono nove stanze dotate di tutti i comfort. Francis vorrebbe lanciare la struttura guardando a un tipo di turismo che non impatti troppo sulla vita di Bernalda: un turismo «invisibile». La gestione sarà affidata all’efficientissimo Antonio Carrieri, origini salentine e professionalità americana. Francis spiega come intende la sua idea di soggiorno nel Palazzo: «Questo luogo è come uno scrigno che contiene un tesoro. Qui dentro voglio creare, per gente di tutti i continenti, un piccolo mondo meraviglioso che poi quando apri le porte, fuori ti trovi Bernalda! E ti godi il contrasto tra questi due mondi.».

dam. lat.

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