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VIBO VALENTIA – E’ «un ennesimo e drammatico esempio  di una mentalità zoofoba», secondo il Wwf, la mattanza di cani e gatti randagi documentata sull’edizione cartacea di Vibo Valentia del Quotidiano. L’associazione ambientalista interviene per sottolineare che «non è tollerabile che dei poveri animali vengano uccisi, e in maniera così crudele come l’avvelenamento, senza che, quanto meno, si avvii un’indagine per cercare di individuare il responsabile di questa atrocità e si applichi la pena prevista dal codice penale per chi cagiona la morte di un animale “per crudeltà o senza necessità”, vale a dire a reclusione da tre mesi a diciotto mesi».

La vicenda raccontata dal Quotidiano è atroce: diverse carcasse di cani giacciono in pochi metri di viale. E poi, dentro villa Gagliardi ci sono i gatti. Anche loro morti. E nel polmone verde in cima alla città, falcidiato sotto la pioggia e la grandine della prima gelata decembrina, potrebbero essercene altri, che per esalare l’ultimo respiro avranno cercato rifugio tra i cespugli o sotto un albero. «Erano randagi, ma non davano fastidio. O, almeno, non davano fastidio a chi abitualmente frequenta villa Gagliardi», racconta Giuseppe Lo Gatto. L’ex calciatore della Vibonese anni ’90, in quel luogo porta quotidianamente il suo amico a quattro zampe per una sgroppata. E’ stato lui a denunciare il caso.
Una delle carcasse è adagiata dentro una cunetta per lo scolo dell’acqua piovana. In stato di putrefazione avanzata, il meticcio di taglia media potrebbe essere morto già l’altro ieri. Tutti gli altri invece no, sono spirati in giornata. «Se proprio si voleva allontanarli, si poteva ricorrere agli strumenti previsti dalla legge» sottolinea ora il Wwf, auspicando che ciò che è avvenuto possa diventare l’occasione per avviare una campagna di sensibilizzazione.

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