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VILLA D’AGRI – Un centro specialistico di medicina ambientale. Più di qualcuno si sarà chiesto cosa significhi e in che cosa consisterà, di sicuro è una delle strade che ormai è stata “scelta” per l’Ospedale di Villa d’Agri. E sulla sua sopravvivenza come presidio per acuti, i dubbi permangono, nonostante le rassicurazioni da parte del presidente Pittella. Così in una sala super affollata di cittadini, operatori sanitari, rappresentanti del mondo associativo e sindaci dell’Alta Val d’Agri, si è svolto il tanto atteso incontro pubblico organizzato dalla Cgil presso il centro sociale di Villa d’Agri. Un punto sulla situazione del sistema sanitario valligiano ma anche sul futuro del nosocomio messo a rischio secondo alcuni, dopo chiusura del punto nascita e l’emergenza pediatria. A introdurre i lavori il responsabile Cgil Val d’Agri, Mario Fulco, che ha ribadito l’obiettivo dell’incontro e l’azione decisa del sindacato sullo scongiurato rischio di ridimensionamento del reparto di Pediatria. «Il bisogno di razionalizzare la spesa pubblica – ha detto – corrisponde troppo spesso alla soppressione indiscriminata di servizi destinati alla collettività e quotidianamente assistiamo a un generale depauperamento dell’offerta che interessa un po’ tutti i settori e in particolare la sanità». Un esempio è «la chiusura dell’Unità operativa di ostetricia dell’ospedale di Villa d’Agri». Prospettive e azioni proposte dal sindacato per far diventare l’ospedale un centro di eccellenza anche in ambito cardio circolatorio per l’aumento di patologie in tal senso. Qualche critica ha suscitato l’intervento del direttore sanitario Asp, Giuseppe Cugno. Poca chiarezza sul futuro del presidio e sulla possibilità che diventi un ospedale regionale in ambito ambientale. A focalizzarsi, invece, sul processo di razionalizzazione è stato il presidente del consiglio regionale di Basilicata, Piero Lacorazza. «Dobbiamo avere il coraggio – ha detto – di guardare a questa diversificazione funzionale, presidio per presidio, al fine di salvare la sanità lucana». Una diversificazione che farà del presidio di Villa D’Agri «un centro ambientale ma» ma che dovrà garantire «l’ospedale per acuti». Il dibattito a più voci ha coinvolto anche alcuni sindaci, come il primo cittadino di Marsicovetere, Claudio Cantiani che ha sottolineato quelle che sono le linee per lo sviluppo dell’ospedale. «Bisogna capire prima di tutto se la Regione Basilicata ha intenzione di investire sul presidio» rivedendone poi «il ruolo e specificità».
Da parte dei sindaci dell’Alta Val d’Agri è stato stilato anche un documento con gli operatori sanitari, consegnato poi al presidente Pittella. C’è stato poi chi come il primo cittadino di Marsico Nuovo, Domenico Vita ha sollevato anche l’interrogativo «su cosa sia questa medicina ambientale».
Ad intervenire nel confronto-dibattito inoltre il responsabile dei Cronoscout, Enzo Vitolo che ha pungolato la politica sul rispetto delle comunità nel territorio della Val d’Agri. A prendere poi la parola è stato il governatore in un clima abbastanza caldo.
Il governatore ha spiegato che si sta facendo «l’operazione, già deliberata, di trovare le condizioni perché il personale venga assorbito. Una certezza che le cose si fanno. L’ospedale di Villa d’Agri non si tocca, – ha ribadito – ma nell’ambito di una strategia dobbiamo arricchire l’implementazione dell’offerta. Proviamo a mettere in campo quel tavolo per seguire il centro di medicina ambientale e il monitoraggio dei lavori. Dobbiamo fare dell’ospedale un’eccellenza della sanità lucana».
A coordinare i lavori è stata Giuliana Scarano della segreteria regionale Cgil Basilicata.

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