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POTENZA – Gli ha sparato alle gambe e ha già ammesso tutto. Ma la pistola non l’ha consegnata.
E’ in stato di fermo Luciano Grimolizzi il 34enne melfitano che ieri sera ha sparato a Sergio Cassotta, 45enne impiegato come vigilante nel centro commerciale Arcobaleno. 

Tutto è accaduto lì, a pochi metri dalle famiglie che passeggiavano con i carrelli pieni della spesa per la settimana, verso le 18.
Grimolizzi è stato raggiunto a casa dagli agenti del commissariato di polizia di Melfi e della compagnia carabinieri una volta individuato come il pistolero entrato in azione.
La scena è stata ripresa anche dalle telecamere del centro, ma lo stesso Cassotta non avrebbe avuto esitazioni a indicare il suo aggressore agli investigatori prima di essere ricoverato in ospedale a Melfi, dove ha trascorso la notte. 

Le sue condizioni vengono giudicate non allarmanti, ma è stata una fortuna che i colpi non abbiano raggiunto i vasi sanguigni più grandi provocandogli un’emorraggia che avrebbe potuto metterlo a rischio di vita. 

Stando ai primi accertamenti effettuati dalla polizia della sezione anticrimine della mobile di Potenza, Grimolizzi avrebbe sparato 4 volte con una pistola di calibro 7,65.
Interrogato avrebbe ammesso le sue responsabilità attribuendo il suo gesto a uno screzio nato poco prima per una parola di troppo che Cassotta avrebbe rivolto a sua moglie. Da qui sarebbe partita una discussione degenerata quando Cassotta gli ha tirato due schiaffi. Poi Grimolizzi si sarebbe armato per tornare e farsi giustizia per l’offesa subita. 

Se e fino a che punto sia credibile si capirà soltanto nei prossimi giorni. Da parte degli investigatori non si esclude ancora nessuna ipotesi visto soprattutto il profilo di entrambi.

Sergio, infatti, è il fratello maggiore di Massimo Cassotta, considerato il capo dell’omonimo clan mafiosa, ed è imputato con lo stesso Grimolizzi, Giuseppe Caggiano, Donato Prota, Michele Morelli e i giovani Simone Battaglia, Nicola Fontana, Donato Sassone e Alessandro Sportiello nel processo nato dalle dichiarazioni di 3 collaboratori di giustizia: Adriano e Giuseppe Cacalano a cui si è aggiunto Saverio Loconsolo.

Agli atti del processo, in particolare nei verbali di Loconsolo, ci sono anche una serie di omicidi che avrebbe avuto in programma il clan Cassotta tra cuiquello di un uomo accusato di un furto nei capannoni del patron del Melfi Calcio, Giuseppe Maglione, che nel processo figura come parte offesa di estorsione continuata. 

Sergio Cassotta è accusato di associazione mafiosa con il fratello Massimo e il figlioccio di quest’ultimo, Giuseppe Caggiano. Mentre Grimolizzi di estorsione aggravata e armi con Michele Morelli e Donato Prota, assolti in primo grado per l’omicidio di un altro fratello di Sergio, Bruno Cassotta, e tuttora in attesa del processo d’appello.
Possibile ci siano proprio queste frequentazioni di Grimolizzi ad aver inasprito i rapporti tra i due? Questo è quello che gli investigatori stanno cercando di capire.
Ieri intanto fino a tarda sera è andato avanti il lavoro nel commissariato di polizia e oggi stesso, a meno di soprese, Grimolizzi dovrebbe comparire in Tribunale a Potenza per la convalida del fermo.

 

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