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METAPONTO – Più che un insediamento magnogreco del VI secolo a.C., sembra la leggendaria città sommersa di Atlantide, con lo scenario spettrale scandito dalla tristezza dei capitelli timidamente emersi dal mare di acqua e fango.

Uno scenario apocalittico, la storia moderna della miopia umana che sommerge quella gloriosa dei Greci jonici, attraverso quattro alluvioni in soli cinque anni. Sì, perchè il Parco archeologico di Metaponto, ha fatto ancora una volta, dopo appena due mesi, da vasca di contenimento per la piena del Bradano, accogliendo tutta l’acqua ed i detriti provenienti dai terreni circostanti.

Un’enorme vasca naturale, la cui portata, quella dell’ennesimo disastro, si evince con disarmante limpidità dal filmato in hd, girato dal drone di Vincenzo Sidonio, un attivo reporter ferrandinese, il quale ha voluto far girare sulle rete i fotogrammi di questa autentica tragedia culturale, che il Quotidiano ha voluto riproporre a beneficio di chi dovrebbe gestire il territorio, pensando anche alla tutela della sua cultura, intesa come bene inestimabile ed irripetibile.

Il sovrintendente Antonio De Siena, sentito ancora una volta, appare quasi rassegnato a quest’ennesimo scempio: «Questa volta -ha precisato De Siena- per ovvie ragioni, date le emergenze su tutto il territorio, i Vigili del fuoco sono arrivati con un po’ di ritardo a prosciugare l’acqua; quindi non sappiamo ancora cosa ci ritroveremo sotto. Di certo, sarà necessario pulire nuovamente gli antichi canali di scolo, che solo due settimane fa erano tornati completamente operativi, dopo l’alluvione del 7 ottobre. Ora si dovrà ricominciare dall’inizio, tornando indietro di due mesi».

Nell’altra occasione, c’è voluta una settimana di lavoro ininterrotto per svuotare l’acqua, circa 80mila metri cubi, dall’area archeologica; forse in questa occasione si farà un po’ prima, ma poi resta il fango e ci vorranno altri sei mesi per toglierlo. Sempre che, nel frattempo, non arrivi un’altra piena, visto che nessuno ha fatto ancora nulla per prevenire quanto accade con drammatica puntualità. Il drone di Sidonio, infatti, ha volutamente zoommato su di un canale di bonifica ancora completamente intasato, quell’alveo limitrofo all’area archeologica dovrebbe contribuire a drenare l’acqua in arrivo ed in uscita, ma evidentemente non può farlo con la dovuta efficacia. Ad ottobre, tra Regione, Direzione regionale per i Beni archeologici e ministero per i Beni culturali, furono stanziati 750mila euro per l’emergenza, «basteranno anche per coprire questo intervento -precisa De Siena- ma torno ad evidenziare la necessità di interventi strutturali su quest’area per evitare questi scempi ormai ciclici».

E, aggiungiamo noi, anche questo sperpero di denaro pubblico, visto che negli ultimi due anni si sono letteralmente buttati in acqua oltre un milione di euro. «Questo nuovo video –spiega Sidonio– a differenza del primo, nasce anche con l’intenzione di capire perchè il Parco si allaga sistematicamente, ogni volta che si verifica un alluvione. Nella prima parte del video potrete osservare, adiacente il Parco, il canale con fitta vegetazione, che dovrebbe contenere l’acqua durante il suo corso verso il mare, a un certo punto, dove il canale curva, l’acqua devia il suo corso riversandosi nel Parco e nei terreni limitrofi».

Oggi, quindi, i reperti archeologici di Metaponto naufragano nell’acqua dell’ultima alluvione, come l’arte e la cultura, la passione e lo studio del nostro passato naufragano nella nostra indifferenza, nella disattenzione della politica e della società nei confronti di un pezzo importante della nostra storia, nella nostra incapacità di preservare l’eredità antica del nostro patrimonio culturale. Duemila anni fa il nostro Mezzogiorno era considerato il polo culturale di riferimento per gli antichi romani: la Magna Grecia era il cuore della filosofia, intesa letteralmente come “amore per la conoscenza”; era la meta dei viaggi del sapere e un tassello imprescindibile per la formazione di tanti giovani che sarebbero diventati filosofi, avvocati e uomini di potere della Repubblica e dell’Impero Romano. Ci sono Paesi, come la Germania e l’Inghilterra, che dispongono di un patrimonio archeologico per nulla paragonabile al nostro, a quello Italiano e a quello Meridiano (49 siti Unesco soltanto in Italia), e che hanno imparato a valorizzare il loro passato e a fare in modo che la cultura crei impatto positivo sull’economia, l’occupazione, il turismo, lo sviluppo del territorio, la vita e la crescita personale  dei cittadini.

a.corrado@luedi.it

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