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Era lo scorso mese di gennaio quando l’area archeologica di Sibari fu sommersa  dall’esondazione del fiume Crati. Il Direttore del Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza scrisse un editoriale di fuoco  che mi colpì molto. Uno di quegli interventi che solo la carta stampata può fare. Un intervento meditato, sottratto all’emozione dei social network, un intervento in grado di smuovere il torpore e capace di portare ad una reazione. Dai fasti al fango. Quell’editoriale produsse davvero una forte mobilitazione. Una scossa, un sud che prende coscienza del valore del proprio patrimonio culturale. Il Ministro Barca si recò a vedere quel lago di fango e affermò nel corso della sua visita del 14 febbraio che “non si possono fare investimenti sui beni culturali, se prima non si investe sul territorio”.. 
Accidenti, proviamo a cambiare location, prendiamo quella frase pronunciata dall’allora ministro Barca  e trasportiamola  poche decine di chilometri più a nord, sono le stesse che potremmo dire vedendo Metaponto allagata. Purtroppo c’è sempre un sud più sud, c’è sempre un giornale, un tg, pubblico o privato che sia, non importa, che fa fatica persino a localizzare dove questa nuova tragedia è avvenuta. Eppure già lo scorso 21 agosto la nostra provincia di Matera aveva visto morire una donna, di Marconia, uno dei luoghi più colpiti dall’alluvione del 7/8 ottobre,  lungo la “bretella” della Pisticci-Craco proprio a causa della furia della natura e della precarietà dei manufatti.
Se si trattasse di congiungere date e luoghi come quei puntini numerati dei cruciverba  ne verrebbe il simbolo dell’incuria dell’uomo, del suo sfregio alla natura. 
Al Ministro Bray e al Ministro Trigilia, beni Culturali e Coesione Territoriale, bisogna dire di far presto perché anche Metaponto, proprio come Sibari, va salvata. E non è solo, o meglio non solo, una questione di risorse economiche ma di rispetto per un territorio che già nel 2011 aveva subito una alluvione. Un sito archeologico che per tre volte negli ultimi cinque anni è finito sott’acqua.
La mobilitazione del Quotidiano della Calabria nello scorso inverno è riuscita a mobilitare energie e risorse per Sibari proviamo a fare la stessa cosa per Metaponto. Ancora una volta uno dei luoghi di Pitagora è stato sommerso dall’acqua. Tra le frasi più significative attribuite a Pitagora vorrei ricordare questa  : “Alla maggior parte degli uomini e delle donne non è data, né per nascita né coi propri sforzi, la possibilità di diventare ricchi e potenti, mentre il sapere è alla portata di chiunque.”
Per continuare a sapere che Metaponto esiste attiviamoci perché è un patrimonio che ci è stato consegnato dalla storia e noi abbiamo il dovere di preservarlo e di consegnarlo alle generazioni del futuro nel miglior modo possibile. 

Era lo scorso mese di gennaio quando l’area archeologica di Sibari fu sommersa  dall’esondazione del fiume Crati. 

 

Il Direttore del Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza scrisse un editoriale di fuoco  che mi colpì molto. Uno di quegli interventi che solo la carta stampata può fare. Un intervento meditato, sottratto all’emozione dei social network, un intervento in grado di smuovere il torpore e capace di portare ad una reazione. Dai fasti al fango.

 Quell’editoriale produsse davvero una forte mobilitazione. Una scossa, un sud che prende coscienza del valore del proprio patrimonio culturale. Il Ministro Barca si recò a vedere quel lago di fango e affermò nel corso della sua visita del 14 febbraio che «non si possono fare investimenti sui beni culturali, se prima non si investe sul territorio».. 

Accidenti, proviamo a cambiare location, prendiamo quella frase pronunciata dall’allora ministro Barca e trasportiamola poche decine di chilometri più a nord, sono le stesse che potremmo dire vedendo Metaponto allagata. Purtroppo c’è sempre un sud più sud, c’è sempre un giornale, un tg, pubblico o privato che sia, non importa, che fa fatica persino a localizzare dove questa nuova tragedia è avvenuta. 

Eppure già lo scorso 21 agosto la nostra provincia di Matera aveva visto morire una donna, di Marconia, uno dei luoghi più colpiti dall’alluvione del 7/8 ottobre,  lungo la “bretella” della Pisticci-Craco proprio a causa della furia della natura e della precarietà dei manufatti.Se si trattasse di congiungere date e luoghi come quei puntini numerati dei cruciverba  ne verrebbe il simbolo dell’incuria dell’uomo, del suo sfregio alla natura. 

Al ministro Bray e al ministro Trigilia, beni Culturali e Coesione Territoriale, bisogna dire di far presto perché anche Metaponto, proprio come Sibari, va salvata. E non è solo, o meglio non solo, una questione di risorse economiche ma di rispetto per un territorio che già nel 2011 aveva subito una alluvione. Un sito archeologico che per tre volte negli ultimi cinque anni è finito sott’acqua.

La mobilitazione del Quotidiano della Calabria nello scorso inverno è riuscita a mobilitare energie e risorse per Sibari proviamo a fare la stessa cosa per Metaponto. Ancora una volta uno dei luoghi di Pitagora è stato sommerso dall’acqua. Tra le frasi più significative attribuite a Pitagora vorrei ricordare questa : «Alla maggior parte degli uomini e delle donne non è data, né per nascita né coi propri sforzi, la possibilità di diventare ricchi e potenti, mentre il sapere è alla portata di chiunque.»

Per continuare a sapere che Metaponto esiste attiviamoci perché è un patrimonio che ci è stato consegnato dalla storia e noi abbiamo il dovere di preservarlo e di consegnarlo alle generazioni del futuro nel miglior modo possibile. 

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