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IL MEZZOGIORNO è da tempo scomparso dalle politiche economiche e di sviluppo del Governo italiano. A 150 anni dall’unità d’Italia, il dualismo e le fratture economiche e sociali descrivono largamente la condizione di arretratezza delle regioni meridionali. Anche il dibattito politico corrente ha rimosso dalle sue priorità l’impegno per rafforzare l’unità del Paese e ridare speranza alle nuove generazioni. L’avvio della campagna per le elezioni amministrative è decisivo per denunciare l’attuale annullamento di ogni investimento per la coesione e il progresso italiano. Mezzogiorno di fuoco è la rivolta mite e composta dei democratici del Sud nei confronti di chi crede che la questione meridionale non sia più una questione nazionale.
È la protesta civile e costituzionale di chi non accetta di essere considerato un peso o peggio un disonore per l’Italia.
È la speranza di tutti quegli uomini e quelle donne del Sud che hanno sempre lottato contro la mafia, contro la corruzione, contro i legami troppo stretti tra l’impresa e la politica, e contro il professionismo di chi pensa che iscriversi a un partito significhi aver trovato un lavoro. Mezzogiorno di fuoco è la sfida della passione per la rinascita del nostro Paese partendo dalle contraddizioni dei Sud dell’Italia.
Ed è l’occasione per raccontare e far conoscere le storie di successo ed efficienza che esistono al Sud e che rappresentano una speranza non solo per noi ma per l’Italia intera.
E’ il fuoco della rabbia, delle idee, delle passioni, dell’orgoglio di chi non vuole piegare la testa, di chi sa che il federalismo è la rapina del secolo e che anche il Pd del nord deve prenderne atto. Palermo, Napoli, Catania, L’Aquila sono città che sono state abbandonate al loro destino e neanche la “sinistra” se ne occupa più nei discorsi contro il Governo in carica. Mezzogiorno di Fuoco è la consapevolezza che nessuno può sopravvivere “da solo” e che neanche la Puglia e la Basilicata, regioni più fortunate di altre, possono avere un futuro senza la rinascita delle altre città del sud.
Mezzogiorno di Fuoco è e sarà quel luogo dal quale lanciare proposte per l’Italia.
Per esempio promuovere una normativa nazionale sulla tutela della bellezza: incentivi, in volumi o economici, per il restauro del paesaggio e il riuso dei centri urbani con la demolizione delle costruzioni abusive (condonate e non), vecchi impianti industriali, brutture in cemento armato degli anni ‘60 e l’edificazione di nuove opere in linea con i piani regolatori.
In pratica un’operazione inversa rispetto al piano casa del governo nazionale, utilizzando gli stessi incentivi ma per creare housing sociale (case a basso costo) e riqualificazione delle periferie.
La seconda proposta riguarda, invece, la fiscalità di vantaggio nel Sud. Col federalismo regionale e comunale avremo una quantità enorme di risorse in meno.
Dobbiamo sollecitare l’Ue a concedere alle regioni del Sud l’applicazione di contratti di lavoro a minor costo per almeno 5 anni a vantaggio delle imprese sino all’entrata a regime del federalismo, rimodulando il patto di stabilità e consentendo alle pubbliche amministrazioni di riprendere a fare assunzioni soprattutto di giovani neolaureati portatori di una nuova cultura del management pubblico.
Parleremo sempre di lotta alla mafia e alla corruzione, che sono condizioni prepolitiche e non obiettivi programmativi. Il Pd su questi temi è unito, nel ricordo di Angelo Vassallo e di tanti sindaci e amministratori che si battono ogni giorno. Le uniche cose che intendiamo “rottamare” sono l’affarismo, il professionismo, gli sprechi della politica.

Michele Emiliano
Sindaco di Bari

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