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I numeri di Sanità Futura e Censis testimoniano un fenomeno in costante crescita

POTENZA – L’ultima offerta sul mercato della “sanità lowcost” viene dalla Croazia: per impianti fissi di nuovi denti il risparmio assicurato è del’80 per cento con viaggio in bus e soggiorno alberghiero compresi. Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private lucane e pugliesi accreditate, è costretta ad aggiornare il Rapporto 2014 dedicato al fenomeno della sanità lowcost (a basso costo) che sta prendendo piede in maniera preoccupante, anche in Basilicata. E’ difficile avere dati ufficiali sul fenomeno. La stima di Assolowcost, associazione di categoria che raggruppa operatori di vendite lowcost di settori più vari, dai biglietti aerei e pacchetti turistici, all’abbigliamento, ai prodotti alimentari sino ad occuparsi delle cure di odontoiatria ed estetica, riportata dal Censis è di un aumento di attività del 25-30 per cento all’anno per un giro d’affari di alcune centinaia di milioni. Per la spesa dei lucani il calcolo approssimativo di Sanità Futura è di 2.500-3000 lucani nell’ultimo biennio per un milione-un milione e mezzo di euro. A questi dati fa da contraltare quello del Censis: tra i 40 e i 60mila lucani rinunciano a curarsi per problemi economici. Il numero dei cittadini della nostra regione che non può permettersi di pagare una visita specialistica, cicli di terapie e cure, di tasca propria, anzi, purtroppo, continua a crescere con la tendenza ad andare a caccia sul web delle offerte sanitarie meno costose.

«Ma attenzione – mette in guardia Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura – decidere di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica o a ad un impianto dentario non è come decidere di comprare un paio di scarpe alla moda. Il punto di partenza – continua Cataldi – non può che essere l’offerta calante delle prestazioni sanitarie pubbliche per le minori risorse a fronte della domanda crescente da parte dei cittadini. Ticket, superticket, tagli dei fondi sanitari, blocchi dei contratti a strutture sanitarie private accreditate, stanno sempre di più impoverendo i servizi per l’utenza e svilendo la professionalità di chi vi opera». 

«Un esame RM del ginocchio – spiega Giuseppe Demarzio di Sanità Futura – può essere eseguito con una apparecchiatura del valore commerciale di circa 50.000,00 euro, oppure con una macchina ad alto campo magnetico del costo di 500.000,00 euro. Ovviamente la qualità delle immagini ottenute sarà notevolmente differente con evidente ricaduta sulle potenzialità diagnostiche. La radiologia non è un supermercato dove entri, scegli un prodotto, paghi ed esci. Occorre innanzitutto una attenta programmazione e per questo motivo ritengo che la prenotazione degli esami, anche telefonica oppure on-line, sia un imprescindibile indice di serietà e competenza da parte della struttura. Prenotare un esame e non offrirlo in “accesso diretto” (“vieni quando vuoi basta che paghi e l’esame verrà eseguito”) significa inserire la richiesta in una griglia ove è possibile dedicare il tempo necessario per fare al meglio la prestazione ed affidarla ad uno specialista di settore. Un esame radiografico tradizionale necessita di un tempo di esecuzione legato alla complessità della prestazione. Oggi non esiste più il radiologo “tuttofare”. La complessità della diagnostica per immagini necessita di specialisti dedicati. Quando si legge “…Esame low-cost – Ecografia a 30 euro – RX del torace a 25 euro – Risonanza Magnetica a 100 euro – senza prenotazione… tutto in consegna immediata… ” occorre insegnare ai nostri pazienti a diffidare, perché potrebbero non venire rispettati i criteri della “buona Radiologia” mettendo in pericolo salute e portafoglio: un esame eseguito male è inutile, ritarda la diagnosi con gravi rischi e, dovendo essere spesso ripetuto, comporta ulteriori spese per il paziente». 

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