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PRENDE sempre più corpo il piano di accoglienza dei migranti messo in campo dalla Regione Basilicata. I comuni di Lavello, Venosa, Montemilone e Palazzo San Gervasio chiamati in prima persona a trovare le zone per allestire i campi, nella giornata di domani comunicheranno alla task force le proprie decisioni in merito. Un passaggio fondamentale per chiudere il primo step del progetto e passare direttamente all’allestimento di questi spazi che ospiteranno l’ondata di migranti in arrivo nell’Alto Bradano per la campagna del pomodoro. Le amministrazioni interessate hanno preso a cuore la questione e se Lavello e Palazzo hanno già individuato le aree (l’ex albergo San Barbato per la cittadina dauna e l’ex tabacchificio per Palazzo) a Montemilone e Venosa si stanno valutando alcune zone messe a disposizione da privati. Entrambe le amministrazione confermano però che entro domani sarà tutto definito. L’individuazione e l’allestimento delle strutture è solo il primo passo. In campo, infatti, sono previsti tutta una serie di servizi utili che hanno come obiettivo quello di debellare il fenomeno del caporalato: si offriranno mezzi di trasporto che aiuteranno i lavoratori a spostarsi da e per i luoghi di lavoro e si agevolerà l’iscrizione degli stessi, alle liste di prenotazione in agricoltura, recandosi di persona nei Centri per l’impiego della Basilicata. La vera novità è rappresentata dalla prenotazione direttamente all’ingresso dei campi tramite strutture mobili gestite dalle organizzazioni di volontariato in contatto con i Centri per l’Impiego. Così facendo il datore di lavoro interessato potrà prenotare la necessaria “forza lavoro” direttamente dalle strutture allestite. Una sorta di rivoluzione che di fatto farebbe diminuire la piaga del caporalato. Infatti questo sistema avrà un doppio vantaggio: per i lavoratori, in quanto condizione per entrare nei campi di accoglienza e usufruire dei servizi (luce, corrente elettrica, acqua e servizi igienici), e per le aziende a favore delle quali si stanno prevedendo incentivi economici. Una volta allestiti i campi di accoglienza potranno ospitare all’incirca 800 migranti (200 per ogni comune coinvolto). «Quest’anno – ha detto il coordinatore della Task Force Pietro Simonetti – siamo partiti con il piede giusto anche se ci sono alcune problematiche da sottolineare. La Regione sarà costretta a comperare alcune dotazioni per allestire i campi. Una spesa inutile se si pensa che sono già nella disponibilità per esempio della Protezione civile la quale le destina per le emergenze. E’ un paradosso, ma è così». Intanto secondo una stima per difetto, sarebbero già un centinaio gli extracomunitari arrivati nelle campagne dell’Alto Bradano, in particolare nella zona di Boreano. Le associazioni di volontariato stanno facendo il possibile per ridurre al minimo i disagi dovuti alle condizioni in cui sono costretti a vivere. E di vita “vissuta” in questo spaccato di Basilicata ne parlerà proprio un migrante nel corso della riunione della task force. Un altro segno di una integrazione “possibile”.

g.rosa@luedi.it

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