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VIBO VALENTIA – Sei sono scappati sabato mattina, altri otto nella giornata di domenica. Sono alcuni degli oltre cinquanta profughi minorenni trasferiti dall’ex istituto per Geometri di Vibo, dichiarato inidoneo, anche perché in zona a rischio frana nel centro di Briatico, in uno dei due nel Vibonese riconosciuto dalla Regione, gestito dall’associazione “Monteleone” dell’avvocato Marco Talarico.

E proprio i locali dell’ex scuola è stata la meta dei giovanissimi migranti, tornati nel capoluogo di provincia in due ondate, dopo un viaggio di circa 15 km a piedi o con l’autostop. Ai responsabili del centro avevano riferito di recarsi in spiaggia, che dista qualche centinaio di metri, ma invece hanno imboccato tutt’altro tragitto. Arrivati davanti l’edificio che li ha ospitati per mesi, sarebbero stati fatti entrare dal custode che fa parte della cooperativa “Zingari 59” deputata, fino a giovedì scorso, della loro accoglienza.

Il problema adesso si pone perché la struttura in primis non è riconosciuta dalla Regione Calabria, in secondo luogo, ricade su una zona a rischio idrogeologico, come terzo aspetto il fatto che non sono garantiti i determinati requisiti, denominati “Strar”, contemplati negli appositi decreti ministeriali e aventi ad oggetto l’evitare la promiscuità, l’ampiezza delle camere i servizi igienico-sanitari e quant’altro.

Tutte circostanze che non erano emerse nel corso del sopralluogo effettuato nel mese di settembre dal personale dell’Azienda sanitaria che aveva, invece, rilevato una serie di criticità. La comunicazione, poi, della responsabile all’Urbanistica del Comune di Vibo aveva certificato la necessità di chiudere i locali all’accoglienza dei profughi e a questa si erano unite le richieste del legale del condominio, l’avvocato Marco Messina. E così, giovedì scorso il trasferimento degli oltre 70 minorenni, quasi tutti di provenienza Subsahariana, nelle strutture di Briatico, Ionadi e in altre della regione. Solo che nel weekend, come visto, alcuni di loro hanno fatto rientro. Adesso a chi spetta recuperarli? Alle forze dell’ordine o all’associazione Monteleone la quale già sabato aveva inviato il personale che, però, era rimasto all’esterno in quanto entrare in una struttura pubblica per prelevare delle persone avrebbe comportato commettere un reato. E intanto i migranti hanno trascorso un’altra notte in una struttura inidonea.

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