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REGGIO CALABRIA – «Né svalutare, né sopravvalutare». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo commentando con i giornalisti la denuncia fatta dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria a carico di Francesco Gennaro Triolo, 47 anni (LEGGI L’ARTICOLO).

L’uomo è stato filmato in più occasioni ed in varie zone della città mentre telefonava da cabine pubbliche ai centralini delle forze di polizia per annunciare imminenti attentati contro i pm della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo e Nicola Gratteri.

IL VIDEO DELLE MINACCE AL PM LOMBARDO

«Stiamo lavorando – ha detto il procuratore Lombardo – per ricostruire luoghi e persone frequentati dal Triolo e verificare fino in fondo ogni aspetto dell’inquietante vicenda. Vogliamo comunque far comprendere a questi signori che siamo in grado di reagire efficacemente, così come lo è stato anche recentemente, quando è stata denunciata una persona che aveva effettuato minacce e intimidazioni nei confronti della dottoressa Tommasina Cotroneo. I corpi di polizia di stanza a Reggio Calabria stanno dimostrando grande professionalità e sagacia investigativa. È a tutti noto come a Reggio si respiri aria di ‘ndrangheta anche quando si parla di argomenti effimeri. Ed è dunque chiaro che la nostra attività investigativa non dà fastidio soltanto alla ‘ndrangheta ma anche a soggetti che si fanno asservire da modi di essere mafiosi. La giustizia, però, ha il compito di individuare con certezza, isolare e colpire per spegnere sul nascere il tentativo di strategie di disturbo che non avranno spazio».

«Avevamo messo sotto controllo il territorio in maniera asfissiante – ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza Alessandro Barbera – dinanzi al continuo giungere di telefonate, almeno dieci, che annunciavano attentati e ritorsioni non solo contro il dottore Giuseppe Lombardo, ma anche contro il procuratore aggiunto presso la Dda, dottor Nicola Gratteri. Lavoriamo per capire i motivi e le eventuali ragioni di questo stillicidio di minacce per stroncare sul nascere ogni tentativo di condizionamento di iniziative tese a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico».

Nel corso della conferenza stampa è stato riferito che una delle telefonate era stata fatta sull’utenza dell’abitazione di Monasterace dove vive la madre del pm Giuseppe Lombardo, Lalla Diano, vedova dell’ex procuratore della Repubblica di Locri, Rocco Lombardo.

 

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