X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

ERANO poco più di 20 su 100 dell’intera provincia, i sindaci presenti all’incontro. Il tema, nonostante il periodo di vacanze, è di stringente attualità.

Al grido di allarme di Valluzzi, i sindaci si sono accodati, dimostrando nel dibattito che è seguito alla relazione del presidente, tutta la loro contrarietà al modo con cui si è proceduto ai tagli. Tagli che si ripercuotono non tanto sull’ìente come “istituzione” ma soprattutto sui servizi da dare ai cittadini.

In linea generale i sindaci hanno chiesto al Presidente di essere coinvolti direttamente nel rapporto da instaurare con la Regione Basilicata, ancor prima di avviare la discussione sulle modalità e le procedure di elezione del nuovo Ente, previsto per il prossimo 28 settembre.

 Anche per questo gli amministratori presenti, vogliono condividere il percorso avviato con il Presidente della Regione e con il Consiglio Regionale teso a favorire il sostegno finanziario e il riconoscimento delle adeguate risorse ai fini della funzionalità di alcuni servizi essenziali per la vita delle comunità locali e dei cittadini in generale ed in particolare nei settori della viabilità e delle strutture scolastiche. Certo lo scoraggiamento ha serpeggiato per tutta la durata dell’incontro. Valluzzi in questo è stato molto sibillino e chiaro in riferimento ai tagli e al nuovo ente che verrà: «Purtroppo – ha detto – siamo i protagonisti di un mondo che crolla sotto tutti i livelli».

 Negli ultimi anni, gli amministratori locali hanno sentito spesso queste parole, semplicemente perchè la scure dei tagli l’hanno vissuta e la vivono ogni giorno, costretti come sono a “sopperire” alla mancanza di fondi.

«Questo quadro – ha detto il primo cittadino di Sant’Arcangelo Domenico Esposito – si va ad aggiungere ai molteplici problemi che già abbiamo nelle nostre comunità. E’ una situazione che viviamo tutti i giorni. Certo – ha aggiunto – mi sembra di rivivere quello che è già successo per le aree programma e per gli errori che sono stati commessi. Così non si può andare più avanti. Più giorno passa e più sono sconcertato. Non si può amministrare un comune con il carattere dell’emergenza. In questo contesto non so chi avrà il coraggio di candidarsi nell’organigramma di questa “cosa” (l’ha chiamata proprio così ndr) che dovrà gestire dei servizi senza un quattrino». Da qui la proposta «attraverso l’Anci di far sentire la nostra voce».

Ma Esposito è andato oltre e ha invitato i colleghi a «boicottare le elezioni».

Più pacata ma non meno drammatica la testimonianza di Francesco Mastrandrea, sindaco di Forenza. «L’asfalto – dice – è diventato un lusso. Sulle nostre strade interveniamo con il misto. E’ chiaro che non si può andare più avanti, ma soprattutto non c’è più nulla da tagliare. La classe che ci governa distrugge il giorno dopo ciò che noi, come amministratori locali e non senza fatica, abbiamo fatto il giorno prima. Sarebbe opportuno che insieme promuovessimo azioni coinvolgendo la Regione per scongiurare il taglio dei servizi al cittadino».

Critico nella sua disamina anche il primo cittadino di Genzano, Rocco Cancellara. «E’ da diversi anni che navighiamo in queste acque. Si richiede al nuovo ente che nascerà diverse funzioni: ma dove si prenderanno i soldi?» Ciò che teme Cancellara è ciò che temono tutti i sindaci. I cittadini che toccheranno con mano la “scure” dei tagli (sulle strade in particolar modo), infatti, andranno a bussare non certo allo Stato “responsabile” di quanto sta succedendo, ma dai poveri amministratori locali. Tanto vale, ha detto qualcuno, di chiudere bottega. Il sindaco di Lagonegro, Domenico Mitidieri, nel suo breve inervento ha fatto una giusta sintesi dello “stato d’animo” dei sindaci. «Mi fa riflettere una questione. Per la riforma sul Senato sono stati presentati 8.000 emendamenti. E per l’abolizione delle Province? Mi pare che il problema non sia gestionale ma prettamente politico. Bisognerebbe sensibilizzare chi in questo periodo si anima in Senato». LA sensazione è che nonostante le buone intenzioni si possa fare ben poco a livello istituzionale. D’altronte il voto è imminente. E dal 29 settembre (se tale data sarà confermata) vedremo il volto di un nuovo ente che, si spera, possa dare quei servizi che a oggi, con il taglio dei trasferimenti, sono a rischio.

gierre

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE