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MONASTERACE (RC) – «Dopo quello che è successo, che cosa significano parole come “marito”, “moglie”, “figlio”, “amore”?». Lo chiede dall’altare della chiesa di Monasterace il vescovo di Locri, Francesco Oliva, nell’omelia dei funerali di Mary Cirillo, la donna di 31 anni uccisa dal marito lunedì 18 agosto (LEGGI). Secondo il presule adesso «abbiamo bisogno di silenzio». Poi, tra la commozione generale, Oliva si rivolge al feretro: «A te, Mary, dico: dormi mamma, ma continua a vegliare sui tuoi figli. Ed al Signore: non togliere loro la gioia di vivere e la speranza».

LE FOTO: MARY E GIUSEPPE DALL’AMORE ALLA TRAGEDIA

CHI TACE E’ COMPLICE DELLA VIOLENZA DOMESTICA – Mary Cirillo era infatti madre di 4 bambini e il più piccolo, di appena 2 anni, potrebbe aver assistito al delitto. E davanti a una simile storia, ha sottolineato Oliva,  «il non vedere, il non sentire, il tacere ha tanto poco di cristiano. E’ una complicità che fa male e non aiuta». Ammonisce il vescovo: «Sbagliamo quando ci comportiamo da cristiani “discreti”, che non si vogliono compromettere per un falso senso di riservatezza. Altrettanto sbagliano quanti si chiudono nel proprio perbenismo, quanti hanno gli occhi chiusi, per non vedere. Non intervenire per mettere pace, non saper tendere la mano o scambiare un sorriso è arrendevolezza, se non “un lavarsi le mani” che non aiuta e talvolta sa di complicità».

Il presule chiede scusa a Dio: «Siamo responsabili di ogni violenza che distrugge i sogni di una mamma. Responsabili del sangue versato, responsabili delle divisioni e dell’odio che si consumano nelle mura domestiche. Quando la passione uccide l’amore, l’amore si trasforma in odio distruttivo, la malvagità distrugge l’affetto più caro.
Perdonaci, Signore. Rimuovi da noi – aggiunge monsignor Oliva – l’indifferenza di fronte ad ogni forma di violenza nei confronti di donne madri, speranza di futuro, di vita e di fecondità. Rompi la solitudine fra le mura domestiche ed abbatti i muri eretti dal nostro egoismo e perbenismo. Grazie, Mary, se la tua morte apre la nostra riflessione alla sacralità della vita. Grazie se fai sorgere in noi il disprezzo per la violenza sulle donne, che sono le nostre madri. E su ogni forma di violenza».

LA CORONA DI FIORI DELLA BOLDRINI – La chiesa di Monasterace era stracolma per il rito funebre, che è stato concelebrato dal parroco, don Francesco Passerelli. Tra le corone di fiori giunte nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore anche quella del presidente della Camera, Laura Boldrini. Nei banchi, il ministro Maria Carmela Lanzetta, che proprio a Monasterace vive e per lungo tempo è stata sindaco. Come anticipato, le donne del Pd indossavano un fiocco bianco contro il femminicidio. 

C’erano anche alcune rappresentanti del gruppo facebook «Solo donne» a cui Mary era iscritta. In prima fila i genitori, il fratello e la sorella della donna uccisa. La sorella di Mary Cirillo, Giovanna, ha letto una lettera: «Nonostante le paure ed i problemi che hai vissuto, cara Mary con noi eri sempre presente».

In serata per le strade di Monasterace, è stata organizzata una fiaccolata alla quale hanno partecipato un migliaio di persone tra cui i sindaci di Monasterace, Cesare Deleo, e di altri comuni del comprensorio ed alcuni familiari della vittima, tra cui la sorella Giovanna. Alcuni dei parenti di Mary Cirillo familiari indossavano una maglietta bianca con il volto stampato della vittima. In testa al corteo un lungo striscione bianco con la scritta “No al femminicidio”.

 

LE HA SPARATO IN BOCCA – L’autopsia che ha confermato che i colpi subiti sono stati due: il primo in bocca il secondo alla tempia a bruciapelo per finirla.

LEGGI LA TESTIMONIANZA DEI FAMILIARI: L’INFERNO PRIMA DELLA MORTE 

Solo sabato, dopo sei giorni, si è conclusa la fuga di Giuseppe Pilato che, braccato dalle forze dell’ordine, si è consegnato ai carabinieri (LEGGI) senza spiegare però dinamica e motivi dell’omicidio. «Non ricordo nulla», continua a ripetere l’uomo senza però convincere il sostituto procuratore che ritiene il suo silenzio strumentale.

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