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ALBERI spezzati, pali dell’illuminazione divelti, passerelle distrutte, buche stradali diventate vere e proprie voragini senza fondo. No, ai Laghi di Monticchio non c’è stata nessuna alluvione. Da qui sono passate soltanto l’incuria, l’abbandono, la negligenza di chi da tanti anni occupa posizioni di potere ma non muove un dito per una delle zone turistiche più interessanti della Basilicata. La magia delle giornate natalizie ha regalato una vista sui laghi unica. Ma non è bastato essere pervasi dallo spirito del Natale per cancellare i problemi di questa splendida perla tutta lucana. Problemi annosi che tornano spesso alla ribalta ma che, con altrettanta velocità, ricadono nel dimenticatoio.

Secondo i recenti dati del World Tourism Organization, il turismo in Italia rappresenta il 10-12% del PIL nazionale. L’agenzia internazionale colloca la nostra nazione al quinto posto nel mondo per presenze turistiche straniere. Numeri che, sviscerati regione per regione, fotografano una situazione di disequilibrio nazionale: ai numeri da capogiro del Trentino Alto Adige (in cui il turismo rappresenta il 18% del Pil regionale) si contrappongono quelli della Basilicata dove il turismo, attività economica fortemente in crescita sia in Italia che nel resto del mondo, produce solo 4% del Pil della nostra regione da sempre incapace di valorizzare il grande patrimonio artistico e naturale che possiede.

Monticchio rappresenta una grande opportunità di crescita per un territorio, il Vulture-Melfese, da cui le industrie stanno scappando.

Il Vulture e Monticchio hanno tutto: natura, storia, archeologia, religiosità e enogastronomia.

Monticchio potenzialmente è uno dei volani turistici della nostra regione che, se messi in rete, potrebbero costituire un unico grande attrattore territoriale da esportare in tutto il mondo. Da sempre visto come un “concorrente” turistico da annientare e non come un “amico” da aiutare, Monticchio sta però affondando. Proprio come quella barchetta nelle acque dei suoi laghi.

 

LA STORIA: TRA BELLEZZA E PARADOSSI

I laghi craterici del Vulture, detti anche Laghi di Monticchio, situati a circa 650 metri sul mare, sono due laghi gemini, separati l’uno dall’altro da una stretta diga costituita da materiali eruttivi. I Laghi, denominati Lago Grande e Lago Piccolo, riempiono le due depressioni crateriche responsabili della messa in posto degli ultimi prodotti eruttivi del Vulture. La loro profondità è di 36 metri per il primo e di 38 metri per il secondo. I due laghi sono alimentati, sul fondo, da alcune rigogliose sorgenti che pullulano facendone lievemente increspare lo specchio nelle giornate di perfetta calma regalando ai visitatori uno spettacolo unico. Attraverso un ruscello, le acque dal Lago Piccolo giungono al Lago Grande, privo di sorgenti e situato a quota leggermente inferiore. Dal Lago Grande, infine, le acque defluiscono verso il fiume Ofanto, attraverso un emissario spesso in secca in estate. Diverse sono state le popolazioni che si sono insediate qui nel corso dei secoli: dai normanni ai basiliani finanche ai benedettini che hanno lasciato delle tracce storiche del loro passaggio.

Tra i luoghi di interesse, oltre allo spettacolo naturale che Monticchio offre, come non ricordare l’Abbazia di San Michele Arcangelo, costruita dai monaci basiliani nell’VIII secolo e poi custodita dapprima dai benedettini e poi dai cappuccini, il Museo di Storia Naturale allestito proprio all’interno della Badia, e l’Abbazia di Sant’Ippolito, eretta dai basiliani nel XII secolo sull’istmo che divide dei due laghi. I boschi di Monticchio ospitano la rarissima farfalla notturna “Bramea Europea”. Scoperta dal Conte Federico Harting nel 1963, per la salvaguardarne la sopravvivenza, è stata istituita un’apposita riserva naturale chiamata “Grotticelle”.

and. ger.

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