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COSENZA – Un calvario durato 4 giorni. Un calvario di sofferenze fisiche ed un “calvario burocratico”, conclusosi, ieri notte, nel modo più tragico, con la morte. E’ terminata così, purtroppo, la storia della cagnetta investita e rimasta paralizzata nei pressi di San Pietro in Guarano (LEGGI LA NOTIZIA).

Si è sperato fino all’ultimo che per il cagnolino quella di ieri fosse l’alba di un nuovo giorno e soprattutto il giorno della sua salvezza. Purtroppo l’alba la povera cagnetta non la ha proprio vista perché abbattuta la stessa notte in cui è stata soccorsa. Secondo i veterinari del canile di Paola la soppressione dell’animale è stato “un male necessario” perché il cane è arrivato al Centro ieri notte, con la frattura della colonna vertebrale, completamente paralizzato e con malattie in stato avanzato. Eppure tanti sono gli interrogativi che restano, adesso, in sospeso, tra rabbia e sdegno, soprattutto tra i volontari che sin dall’inizio del ritrovamento dell’animale si sono adoperati per aiutarlo.

Interrogativi che ruotano dal ritardo dei soccorsi, agli intoppi burocratici, fino alla sua soppressione, nonostante i pareri medici. Una cagnolina, dunque, “sfortunata nella sua sfortuna”, vittima di un “mondo umano” troppo preso dalle pratiche burocratiche, forse, un po’ troppo leggero sulle emergenze e su come siano più importanti gli attimi da non perdere nei soccorsi che le “carte da firmare”. «Vergogna!» urlano oggi i volontari, tra cui Daniela Manna, la quale sin dal 14 agosto scorso aveva fatto appello di intervento per la povera cagnetta. Un appello che non è stato ascoltato nell’immediato e il povero animale è rimasto nel canneto, dove si era riuscito a trascinare dopo essere stato investito, fino al 17 agosto, quando dopo diverse peripezie alle ore 22 una macchina del canile di Paola va sul luogo e dopo i primi accertamenti lo trasporta presso la struttura e poi lo abbatte perché in condizioni molto gravi ed irreversibili.

Una vicenda che sa comunque di paradossale e che lascia tanto amaro e tristezza. Comuni in ferie, soccorsi che non arrivano, e solo nodi da sciogliere tra cui anche le competenze territoriali tra Comuni, visto che il cagnolino è stato anche investito nel “posto sbagliato”. Mossisi “finalmente” i soccorsi, la povera cagnetta è arrivata nella struttura di Paola poco prima di mezzanotte, e l’esistenza del cagnolino, o meglio la sua sofferenza, termina nel modo più crudo, ossia con la sua soppressione. E su questa atroce fine i volontari vogliono adesso vederci chiaro e fanno sapere che si rivolgeranno alle autorità competenti per esporre denuncia e dar “voce” a chi “voce” in questi drammi non può avere.

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