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BENESTARE (RC) – E’ morto nella sua casa di contrada Ricciolio di Benestare, a 96 anni, Antonio Nirta, considerato un boss di prima grandezza della ‘ndrangheta, un personaggio che appartiene alla storia stessa della criminalità organizzata calabrese e ritenuto uno dei capi dell’anonima sequestri.

Con i fratelli Giuseppe, ucciso a bianco nel 1995 e considerato dagli inquirenti il numero uno di sempre, Francesco, Sebastiano e Domenico, ed il cognato Francesco Codispoti, Antonio Nirta ha formato una tra le cosche più potenti nel panorama ‘ndranghetista, “La Maggiore”.

Soprannominato «il diplomatico», è ritenuto il paciere della guerra di mafia di Reggio Calabria che tra il 1985 ed il 1991 provocò oltre mille morti e di altre faide in Calabria come quella di San Luca.

Antonio Nirta è considerato anche uno degli ideatori del “Crimine”, il massimo organo criminale della mafia calabrese, e nel 1969 partecipò ad uno dei momenti più significativi della storia della ‘ndrangheta, il “summit” di Montalto, “violato” dalle forze dell’ordine con l’arresto dei boss che vi presero parte.

I Nirta gestiscono i più imponenti traffici di droga, estorsioni, appalti, e negli anni ’70-’80 furono i maggiori organizzatori dei sequestri di persona. Antonio Nirta fu imputato anche nel processo per il rapimento di Paul Getty ma poi venne assolto per insufficienza di prove. 

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