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MOTTA SANTA LUCIA – La bomba scoperta negli scorsi giorni da un graduato dell’Esercito originario proprio di Motta Santa Lucia, Antonello Aiello, durante una escursione nei boschi dell’area circostante il paese è tutt’altro che un semplice residuato bellico. Come rilevato, infatti, dagli esperti del Genio guastatori di Castrovillari, facenti parte dell’XI reggimento di Foggia, l’ordigno contiene al suo interno oltre 100 chilogrammi di esplosivo perfettamente armato e le spolette di innesco sono tuttora, a distanza di quasi 70 anni, funzionanti, quindi, non si tratta certo di un pezzo da museo. Per questa ragione il recupero, messa in sicurezza, disinnesco e brillamento della bomba sono operazioni che dovranno essere effettuate con la massima attenzione e, soprattutto, con un intervento che richiederà, probabilmente, anche la presenza di un supporto aereo a causa della zona impervia in cui l’ordigno è stato ritrovato.

La scoperta, come detto, risale a quale giorno fa ed è avvenuta ad opera di un militare originario di Motta Santa Lucia che si trovava sul posto per una escursione e li ha visto la spoletta della bomba fuoriuscire da un cumulo di terra. Essendo un militare esperto ha subito compreso che poteva trattarsi di un residuato bellico potenzialmente pericoloso e così ha avvertito le autorità militari e civili affinché venisse attivata la procedura per la verifica dell’armamento. Sul posto si sono recati i soldati del Genio Guastatori dell’Esercito, unici deputati ad operare per il disinnesco di ordigni di questo tipo, che hanno proceduto a riportare alla luce la bomba, in modo da poterne identificare il modello, per poi passare alla provvisoria messa in sicurezza sul posto attraverso la copertura della spoletta e l’ancoraggio al terreno dell’ordigno. L’area è stata successivamente circoscritta dai carabinieri di Conflenti in modo da evitare che soggetti non autorizzati, e soprattutto non competenti, potessero avvicinarsi. Oggi si è poi svolta una riunione in prefettura durante la quale sono state decise le modalità per il recupero dell’ordigno e il successivo brillamento che sarà effettuato nel corso dei prossimi giorni. 

La delicatezza dell’operazione è data tanto dall’impervietà dell’area quanto, soprattutto, dalla circostanza che il quantitativo di esplosivo contenuto fa sì che la bomba, in caso di deflagrazione, possa arrivare ad avere uno spettro di azione di quasi un chilometro. Ben si comprende, dunque, l’elevato pericolo che l’ordigno rappresenta per la comunità e il motivo per cui operazioni di questo tipo possono essere compiute esclusivamente da personale altamente specializzato dell’Esercito. 

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