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CATANZARO – Multe “addomesticate”. Contravvenzioni amministrative cambiate e poco chiare. In una parola “Catanzaropoli”. O almeno una fetta del fascicolo principale. Il giudice delle indagini preliminari, Ilaria Tarantino, ha rigettato la richiesta di misura cautelare in carcere per il colonnello della polizia municipale, Salvatore Tarantino. E allo stesso tempo, gli arresti domiciliari per gli ex assessori comunali Stefania Lo Giudice, Massimo Lomonaco, e il comandante della polizia municipale Antonio Salerno. In subordine, la Procura ha chiesto l’interdizione dalle pubbliche funzioni per sei mesi. Ed è proprio su quest’ultima richiesta che lunedì prossimo, Tarantino, Lo Giudice, Lomonaco, Salerno e altri otto vigili urbani dovranno comparire per l’interrogatorio (accompagnati dai loro avvocati, tra cui Aldo Casalinuovo, Francesco Di Lieto, Carlo Petitto). Lo sviluppo dell’inchiesta è stato svelato da un servizio pubblicato oggi sull’edizione cartacea del Quotidiano.

LA BUFERA GIUDIZIARIA CHE FA TREMARE CATANZARO

Da quanto verrà fuori dall’interrogatorio, il gip deciderà sulla richiesta avanzata dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni. Nell’aula bunker di via Paglia, saranno in 14 (accusati di abuso d’ufficio e truffa) a dover chiarire la vicenda sulla serie di multe e sanzioni amministrative “addomesticate”. Ognuno con la propria posizione, ognuno con un peso diverso all’interno del filone dell’inchiesta madre. Mentre nel filone principale si aggiungono i nomi del sindaco Sergio Abramo, del consigliere comunale Carlo Nisticò, del capo dell’area tecnica Giuseppe Cardamone, del vigile urbano Rocco Cristallo e dell’architetto Paola Barbuto e del consigliere comunale Mimmo Tallini. Le accuse, a vario titolo, sono di abuso d’ufficio, corruzione, concussione e soppressione, distruzione e occultamento di atti.

IRONIA IN CITTA’ PER L’INCHIESTA SULLE MULTE AGLI “AMICI”

L’intera inchiesta rappresenta uno stralcio dell’indagine iniziata sulle presunte firme false inserite nella presentazione della lista per elezioni comunali “Per Catanzaro”. Dalle intercettazioni telefoniche relative a quell’inchiesta, la Digos ha tirato fuori altri filoni investigativi che sono andati a finire in un nuovo fascicolo. Riflettori puntati su una serie di annullamenti di contravvenzioni al codice della strada, l’utilizzo improprio di alcuni telefoni cellulari dell’ente di Palazzo de Nobili. 

E poi anche presunte irregolarità nell’affidamento di appalti pubblici, lottizzazioni, incarichi a professionisti. È stata definita “Catanzaropoli”, e ha fato tremare un’intera città dal punto di vista politica e sociale. La vicenda è balzata anche sui media nazionali per gli episodi che la stampa ha raccontato e messo in luce in base agli atti della Procura. Gli accertamenti, secondo quanto si è appreso, avrebbero riguardato anche la gestione delle autobotti durante l’emergenza idrica del novembre del 2013 e i finanziamenti per il mercatino di Natale su corso Mazzini. I primi atti di indagine, depositati con gli atti relativi all’inchiesta sulle firme false, hanno fatto emergere un quadro complicato. Talmente complicato e preoccupante da indurre il sindaco Sergio Abramo ad azzerare la giunta comunale e tutti gli incarichi di sottogoverno oltre a quelli all’interno delle società partecipate.

Su questo nuovo filone investigativo è intervenuto il consigliere comunale e regionale Mimmo Tallini: «A distanza di mesi, se qualcuno vorrà o se riterrà opportuno ascoltarmi, potrò finalmente chiarire la mia posizione in merito alle notizie apparse sulla stampa e riguardanti un’indagine che mi vede coinvolto per alcune multe della Polizia Municipale che sarebbero state arbitrariamente annullate. L’occasione di poter dimostrare direttamente ai magistrati che l’accusa che mi verrebbe mossa è totalmente infondata».

Anche il sindaco Abramo è intervenuto rispetto agli ultimi sviluppi: «Il lavoro che sta svolgendo la magistratura in ordine ad un’indagine sulla gestione delle multe va rispettato. In attesa che siano chiariti tutti gli aspetti della vicenda – aggiunge Abramo – sento il dovere di dire che eventuali responsabilità personali, ove mai fossero accertate, non potrebbero oscurare il ruolo istituzionale del Corpo di Polizia locale che svolge, in condizioni di oggettiva difficoltà e di gravi carenze di organico, funzioni e servizi molto importanti per la città. Non posso nascondere la mia amarezza per l’accusa che mi viene rivolta e che mi fa molto riflettere sulle difficoltà che quotidianamente incontra il sindaco nello svolgimento delle sue funzioni».

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