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ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Un uomo originario di Rosarno è morto a Mesagne, in provincia di Brindisi, carbonizzato in una villetta. Si tratta di Dominique Scarfone, 44 anni, un elemento conosciuto alle forze dell’ordine noto negli ambienti malavitosi come “Mimmo il calabrese”. Scarfone è uno dei 135 indagati a Lecce per un giro di racket e usura sui video-poker sulle direttrici Puglia-Emilia.

Un altro uomo, nello stesso incendio, è rimasto ferito, Girolamo Gullace, 25 anni di Gioia Tauro, presunto complice dell’uomo trovato cadavere, ed è stato raggiunto da un provvedimento di fermo in qualità di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Brindisi.

Il pm Valeria Farina Valaori lo accusa di incendio doloso e di morte del compagno con cui era in trasferta in Puglia ufficialmente per eseguire dei lavori. In sostanza, secondo gli inquirenti, i due avrebbero cercato di dare fuoco alla villa per cause ancora tutte da scoprire, ma la situazione sarebbe sfuggita di mano con conseguenze drammatiche.  L’indagato è finito in carcere, ma nelle mani degli inquirenti resta tutta intera l’incognita: perché un uomo del calibro di Scarfone si muove personalmente dal Nord fino a Mesagne per mettere a segno un attentato di questa natura?  È una delle incognite alle quali l’inchiesta in corso sta cercando di rispondere, interrogando fra gli altri il proprietario della villetta data alle fiamme, Maurizio Tanzarella, che pare avesse inviato ai due calabresi alla fine dello scorso anno una lettera di sfratto.

La prova che l’incendio di Mesagne non è frutto di un incidente, ma possa essere un fatto doloso è nella tanica di liquido infiammabile ritrovata dagli investigatori accorsi dopo l’allarme lanciato proprio dal sopravvissuto, che ha parlato di una forte esplosione intorno alle 4,30 del mattino di mercoledì 24 giugno.

 

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