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E’ morto, in seguito allo stato precario delle sue condizioni di salute dopo la grave crisi cardiaca subità nel 2011, don Pierino Gelmini. Il sacerdote fondatore della Comunità incontro declinata in numerosi centri sparsi in tutta Italia e in diverse altre nazioni del mondo è morto ad 89 anni. 

Tra le varie comunità fondate c’è anche quella di Zervò a Santa Cristina di Aspromonte dove il sacerdote era solito trascorrere ogni anno il ferragosto, tranne lnel2013 quando per la prima volta don Gelmini non venne in Calabria per le sue condizioni di salute (LEGGI). A Zervò dove la passione per gli altri e l’impegno per il recupero di chi nella vita ha ceduto alle lusinghe della droga hanno trasformato un angolo di Calabria usato in passato dalla ‘ndrangheta come nascondiglio per i rapimenti in una fiamma di speranza e di vita soprattutto grazie al costante impegno del sacerdote.

LA FOTOGALLERY: DON GELMINI A ZERVO’

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LA MISSIONE E LE ACCUSE – Tutto cominciò nel 1963 da un incontro casuale con Alfredo, un tossicodipendente a Roma: da qui don Pierino Gelmini, morto ieri sera sera, ha dato vita ad una comunità con centri sparsi in tutta Italia e in diversi Paesi del mondo. «Zi prete, dammi una mano, non voglio soldi ma sto male» gli disse Alfredo in piazza Navona. Don Gelmini lo portò quindi a casa sua cominciando la sua attività di assistenza e recupero ai tossicodipendenti poi concretizzata dalla Comunità Incontro. Don Gelmini, 89 anni, oltre ad essere sacerdote della Chiesa Cattolica era vescovo di quella Greco-Melichita. Nel settembre del 1979 si trasferì a Molino Silla di Amelia. Una vecchia struttura diroccata all’epoca chiamata la Valle delle streghe. Con il passare degli anni don Gelmini l’ha trasformata in quella che è nota ora come Valle della speranza. 

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La casa madre della Comunità Incontro è quindi diventata un moderno centro di accoglienza, dotato anche di strutture di assistenza sanitaria all’avanguardia. Nel 2008 don Gelmini è stato coinvolto in un’inchiesta della procura di Terni per presunte molestie sessuali nei confronti di una decina di allora ospiti della struttura. Accuse che don Gelmini ha sempre respinto in maniera decisa rivendicando la correttezza del suo operato. Circa un anno dopo l’inizio dell’indagine don Gelmini ha chiesto ed ottenuto di essere ridotto allo stato laicale. Il processo in corso davanti al tribunale di Terni è da tempo sospeso proprio per le precarie condizioni di salute di don Gelmini.

IN ASPROMONTE LA SUA CREATURA – La comunità di Zervò, nell’entroterra della provincia di Reggio Calabria, don Gelmini la fondò nel settembre 1996: 500 ettari di terreno dati in affitto, per 99 anni, dai comuni di Scido, Santa Cristina e Oppido Mamertina. Si tratta di alcuni edifici ristrutturati in mezzo ai boschi, ai quali si arriva dopo aver percorso una strada che risale l’Aspromonte attraversando ulivi e faggi. E accanto agli edifici don Gelmini ha voluto un vero e proprio zoo, con animali di ogni specie, affidati alle cure dei ragazzi in terapia. La cura degli animali, come quella del giardino, è un altro passaggio della riabilitazione, insieme a diverse forme di lavoro come quello che avviene nella falegnameria o nel forno in cui viene cotto il pane consumato dagli ospiti. Accanto all’entrata della Comunità c’è la “fontana della Madonna”, la cui statua è stata regalata dall’ex ministro Francesco De Lorenzo, a lungo collaboratore volontario di don Gelmini. E un altro ex ministro, Maurizio Gasparri, era presente quando venne posta la prima pietra della torre campanaria che scandisce le ore della giornata.

C’è anche un osptello, a Zervò. A ridosso di ferragosto è sempre affollato di visitatori, in vista della festa con don Gelmini. Ma quest’anno tutto sarà più malinconico.

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