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COMUNITA’, dono, ponte, muro. Semplici parole del quotidiano che ieri hanno acquisito il loro naturale significato grazie a un’iniziativa, unica nel suo genere in Basilicata, che ha il merito di aver portato la “Cultura” (la maiuscola non è un errore di stampa) in alcuni luoghi (e non luoghi), simbolo della città di Potenza. E così un continuo pulsare di eventi, ha animato vari punti della città. Diverse iniziativa con una “parola” simbolo da “celebrare” attraverso racconti, poesia, letteratura e musica.

«Abbiamo voluto usare tanti singoli posti – ha spiegato Leonardo Pisani tra gli organizzatori dell’iniziativa – per declinare la singola parola».

L’interessante “Festa della Parola” è stata organizzata ed autofinanziata da Letti di Sera assieme a numerose associazioni culturali e di volontariato del capoluogo lucano continua un percorso iniziato con la prima notte bianca del libro del 5 agosto 2015 e la presentazione del libro “La città svelata” con oltre 50 racconti di autori lucani. Alle due giornate (la seconda si terrà oggi) hanno aderito: Kikipedia; Il Sole a Mezzanotte; Liberiresilienti; Fiori con le Spine; Caritas ; Rosae Rubrae; parrocchia San Rocco; Assurd; Ubik; Sefora Cardone Onlus; Intercultura; Ciclostile: Universun Academy Basilicata; Ynsieme; Amici Hospice; Potentialmente; Ubik e Comic Store. Il primo degli incontri si è tenuto presso la “Casa di Leo” gestita dalla Caritas in contrada Bucaletto. La parola scelta era “Comunità”. Marina Buoncristiano, responsabile della struttura ha fatto gli onori di casa. Con lei hanno letto alcuni brani a tema Paolo Albano, tra gli ispiratori dell’iniziativa. Dino De Angelis, invece ha raccontato una storia che aveva come tema principale “Il peso del mondo”.

Di sicuro impatto, anche per chi non conosceva la manifestazione è stata l’iniziativa andata in scena alla stazione Inferiore di Potenza.

L’ottima orchestra “Concert band” di Potenza, formata perlopiù da dilettanti “professionisti” ha accompagnato brani e storie che hanno avuto come tema la parola “Ponte”. Toccante a tal proposito il racconto scritto di suo pugno del presidente lucano dell’associazione “Universum Academy” Novella Capoluongo Pinto il cui protagonista era il ponte di Mostar, costruito dagli ottomani e distrutto a colpi di cannonate il 9 novembre del 1993.

Dalla parola “Ponte” si è passati a “Dono”. E ci si è ritrovati nella Sala degli Specchi, riaperta per l’occasione dove è stato presentato il libro di Antonella Amodio “La lunga notte del tempo”.

«Le giornate della parola – ha detto Paolo Albano – sono una semina su un terreno piccolo che tutti insieme abbiamo provveduto a preparare. È nato un gruppo di persone fantastiche che amano la nostra città e la vogliono rinnovare nell’identità e nel suo modo di essere comunità. Questa nuova comunità di amici e di affetti si riunisce per cambiare gli argini stretti in cui abbiamo navigato, si riunisce di Natale per regalare un nuovo modo di essere affaticati, per prendere nelle mani pensieri da distribuire e impegni nuovi da prendere con chiunque incontriamo».

Anche la giornata di oggi sarà “riempita” da eventi e iniziative. E così parole come “Caos”, “Domani”, “Comunicazione”, “Accoglienza”, “Comunità”, “Muro” riprenderanno vigore scandendo il tempo di un giorno di fine dicembre che all’ingorgo festaiolo post natalizio, ha preferito fermarsi e riflettere sul significato delle parole.

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