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A QUESTA intesa tengono molto. Non solo per quello che rappresenta, un’ulteriore opportunità di tutela dei diritti sul lavoro. Ma soprattutto perché il protocollo – che è rivolto alle donne – è stato pensato, idea, realizzato da donne. Cgil e Telefono Donna hanno ratificato ieri un’intesa per lo Sportello Rosa per il Lavoro.

«Sarà messo a disposizione di tutte le donne lavoratrici lucane, che nella Cgil riconoscono un importante punto di riferimento, un punto preferenziale e specializzato di ascolto per tutte le donne vittime di stalking, mobbing o molestie sui luoghi di lavoro, con la preziosa assistenza di Telefono Donna», l’associazione che da anni si occupa di assistenza e tutela alle donne oggetto di violenza.

Sono state le donne presenti nelle due organizzazioni a costruire questo spazio. A firmare ufficialmente l’intesa nella sede potentina della Cgil c’erano Cinzia Maroccoli, presidente di Telefono Donna, e Alessandro Genovesi, segretario generale della Cgil.

«Un importante strumento – hanno spiegato – viene messo a disposizione delle donne lucane per fronteggiare le difficoltà che quotidianamente ancora troppe si trovano a dover combattere».

L’unica via possibile è non seguire percorsi solitari, ma collaborare. I dati sul contesto di partenza non sono positivi.

«Le donne lavoratrici – spiega in premessa il protocollo – continuano ad essere pesantemente esposte a forme di violenza o abusi di genere sul luogo di lavoro: stupri, tentati stupri, ricatti sessuali, molesti fisiche e psicologiche». Basta dare uno sguardo alle recenti ricerche Istat per trovare conferma dell’affermazione. Oltre 1.300.000 donne dai 14 ai 59 anni, nel corso della propria vita, ha subito una qualche forma di violenza in ambito lavorativo. «In particolare, in Basilicata, gli ultimi dati affermano che il 6,7 per cento delle donne lavoratrici incluse nella fascia di età da 14 a 65 anni hanno subito molestie almeno una volta nel corso della vita; il 2,3 per cento negli ultimi 3 anni».

Nella maggior parte dei casi le donne non denunciano, magari per paura o mancanza di fiducia nelle istituzioni.

È da questa consapevolezza che nasce il progetto. Dall’idea che solo un sostegno può essere percepito come alternativa all’isolamento.

«Non vi è altra soluzione che fare fronte comune tra i soggetti che si occupano di pari opportunità per agire concretamente per combattere violenza, discriminazione, maschilismo, ancora troppo diffusi nella nostra comunità».

Lo Sportello Rosa per il Lavoro sarà un punto di ascolto, di assistenza, di tutela, «di sorellanza. Lavoreremo affinché esso diventi un saldo riferimento nella vita di tutte le lavoratrici lucane».

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