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MATERA – Niente da fare. Anche il secondo incontro a Roma non lascia spiragli all’ottimismo circa la sorte dei più dei 1700 lavoratori per i quali la Natuzzi ha dichiarato l’avvio della procedura di mobilità.

«Le parti intervenute hanno preso atto del fatto che, rispetto al piano industriale illustrato, gli esuberi annunciati da Natuzzi SpA sono da considerarsi strutturali e che la gestione degli stessi avverrà all’interno di tavoli tecnici successivi, finalizzati alla ricerca di soluzioni congiunte per minimizzare il più possibile l’impatto sociale» sono le parole contenute all’interno di un comunicato del gruppo Natuzzi che chiude, di fatto, qualsiasi ipotesi e qualsiasi vena di ottimismo almeno circa una parziale retromarcia che l’azienda poteva mettere in campo. Gli esuberi invece, viene ribadito, ci sono e restano al massimo si potrà valutare l’impatto sociale e dunque decidere come arrivare alla procedura di mobilità e con quali garanzie ci permettiamo di interpretare. Ma il dato produttivo ed oggettivo della Natuzzi rimane fermo ed incrollabile. Il tavolo romano, nato probabilmente sotto diversi auspici, cade dunque sotto la ferma presa di posizione della Natuzzi. Anche se altri incontri vi saranno ancora, il prossimo è previsto per giovedì 25 luglio a Roma.

Ma gli spazi per arrivare ad una diversa soluzione rispetto alla mobilità non sembrano proprio esserci. A confermare sostanzialmente quest’impressione non positiva Fernando Mega segretario provinciale della Fillea Cgil che di ritorno da Roma spiega: «noi abbiamo fatto come sindacato la nostra parte al servizio dei lavoratori e la faremo sino in fondo. Per 10 anni ci è stato dato un certo messaggio relativamente alle richieste di cassa integrazione, oggi Natuzzi fa una scelta di deindustrializzazione che punta su mercati diversi immaginando un costo del lavoro che da noi è inaccettabile e che andrebbe abbassato di un terzo. Si tratta di numeri ed ipotesi che non sono assolutamente supportabili.

Abbiamo scelto nei mesi passati di lavorare per un accordo di programa che garantisse una serie di risorse per le aziende che avrebbero potuto investire sul territorio.

Queste risorse oggi ci sono ma la scelta di Natuzzi va decisamente in un’altra direzione. Adesso continueremo a lottare per ottenere il massimo e per parlare anche con i lavori ma davvero non me la sento di essere ottimista in questo momento».

Nel pomeriggio di oggi in piazza Cesare Firrao ale 18 un’assemblea dei lavoratori della Natuzzi anche a Matera su questo tema. Confronto aperto anche se purtroppo le decisioni appaiono prese e di vie d’uscita non se ne vedono.

p.quarto@luedi.it

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