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RIDIMENSIONATO dalle sigle sindacali l’accordo tra il Ministero dello sviluppo economico, le Regioni Puglia e Basilicata e la Natuzzi.
Nei giorni scorsi è stata corsa allla dichiarazione più importante e più consenziente per quello che è stato il patto raggiunto a Roma, che prevede il reinserimento nella catena produttiva di quasi 1900 lavoratori del polo del salotto tra Matera, Santeramo e Laterza.
Si parlava, per i dipendenti della città dei Sassi, tra gli stabilimenti di Jesce e La Martella, di almeno 400 nuove opportunità. Il fulcro dell’accordo prevede, per il reinserimento dei lavoratori nella catena produttiva e nella gestione amministrativa, della riorganizzazione delle fabbriche secondo i principi della Lin production, l’innovativo metodo di produzione che prevede innovazioni nel processo produttivo e nella sua gestione.
Ma, non pare essere tutto oro quello che luccica. Infatti, le dichiarazioni forti dei presideni di Regione, Michele Emiliano e Marcello Pittella in primis, ma anche quelle dell’assessore pugliese alle attività produttive, Capone, sembrano ridimensionarsi nei fatti e nelle parole delle organizzazioni sindacali.
Il polo di Matera verrà solamente toccato da questa soluzione in minima parte, ed inoltre, non è nel materano che l’azienda ha scelto di rilanciare completamente la propria produzione, rispetto a quanto sarà fatto a Santeramo e Laterza.
In più, c’è da considerare che, la firma, riguarda l’accordo di programma del febbraio 2013, quindi è solamente un passaggio ulteriore di una scelta già effettuata negli anni scorsi.
«Sentire i politici dire di aver salvato oltre 1800 posti di lavoro è fuorviante – commenta Mino Paolicelli, segretario della Feneal Uil – perchè per questi posti che si dice di aver salvato, ci sono almeno altri 500 che ad ottobre prossimo rischiano il licenziamento, perchè difficilmente otterranno la cassa integrazione a zero ore in deroga, come era sino a questo momento.
Infatti, il 30 ottobre abbiamo un tavolo a Roma per discutere di queste situazioni».
Ma l’attenzione dell’azienda su Matera, può avere un riscontro positivo anche dal punto di vista mediatico. «L’azienda non punta su Matera – continua Paolicelli – Qui è rimasto solamente un polo logistico e la produzione principale è e resterà tra Santeramo e Laterza. La Capone è stata esaltata dal suo primo appuntamento da assessore della Regione Puglia, ma non ha fatto i conti con il passato e con quello che ancora attende il comparto del salotto nei prossimi mesi. La situazione è ancora difficile e non è prevista una ripresa reale».
La situazione, infatti, resta di stallo. «C’è una leggerissima ripresa, ma sempre nel mercato estero. E’ proprio il mercato della Romania, dal quale Natuzzi dice di voler tornare, quello più fiorente in questo momento.
Poi, con la congiuntura favorevole del cambio euro-dollaro si è recuperato nelle vendite con gli Stati Uniti, ma non è più il mercato di una volta, anche gli americani non cambiano più il divano una volta ogni sei mesi.
Purtroppo, dove si registra il calo maggiore è sul mercato interno, che fatica a riprendersi e difficilmente potrà migliorare nei prossimi mesi».
Le lotte, per i lavoratori del polo del salotto, non si concludono all’acordo di programma tra Mise, Regione Puglia, Regione Basilicata e Natuzzi, ma continuerà ad essere al centro delle questioni sindacali nei prossimi mesi.
Il primo appuntamento di fondamentale valore è quello del prossimo 30 ottobre, quando si andranno a discutere i possibili rinnovi della cassa integrazione a zero ore, e non sarà uno scoglio facile da superare.

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