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OGGI al palasport di Ginosa saranno i lavoratori a fare il punto della situazione. Stiamo parlando della vertenza Natuzzi e di quei 1726 lavoratori che rischiano la mobilità, nonostante la contrattazione per ora sembra abbia scongiurato azioni eclatanti. L’opificio di Ginosa insieme al deposito di Matera è destinato ad essere chiuso se Natuzzi deciderà di ridurre drasticamente la forza lavoro e, in tal caso, non mancherebbero conseguenze anche per la fabbrica di Laterza, nel Tarantino, e per lo stabilimento centrale di Santeramo. A rischiare sono anche 146 amministrativi sul totale degli esuberi previsti dal piano industriale.

Il patron del gruppo leader nella produzione di divani, Pasquale Natuzzi, ha parlato solo attraverso un comunicato in cui ha chiarito che le procedure di mobilità sono sospese dopo l’incontro con il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti e, comunque, il piano di riorganizzazione resta «in essere». Altro appuntamento importante sarà quello di lunedì 15 luglio, sempre al Ministero dello Sviluppo economico dove si insedierà un tavolo tecnico su tale specifica questione. La vertenza-Natuzzi non può essere risolta solo con l’accordo di programma tra Governo e Regioni Puglia e Basilicata con cui sono stati stanziati 101 milioni di euro per rilanciare il comparto del salotto e per diversificare l’industria manifatturiera in tutta l’area a cavallo tra le due regioni. La questione rimane delicata se Natuzzi, presentando un piano industriale così pesante e chiaramente impopolare, lo ha giustificato come necessario alla “salvaguardia” della vita dell’azienda stessa.

Natuzzi è il simbolo del comparto, ha incarnato il sogno di una terra (l’area murgiana) che è diventata per circa quindici anni un miracolo del Sud nato dal niente. Pasquale Natuzzi, un passato da operaio nelle falegnamerie della Murgia, ha costruito un impero fino a quotarsi a Wall Street nei favolosi anni ’90. Ha fatto da traino ad un intero settore che nel tempo ha allargato i suoi confini.

L’uomo del sogno, colui che ha creato il distretto e creato tanta occupazione è diventato di colpo l’imprenditore che stava togliendo il lavoro a tantissime persone, con conseguenze sociali inimagginabili in questo periodo di per sè nero, o che vorrebbe accaparrarsi il grosso delle risorse pubbliche a disposizione. Natuzzi, intanto, continua a dire di volere «il dialogo per identificare un percorso condiviso al fine di trovare soluzioni efficaci e sostenibili». L’accordo di programma per l’Area Murgiana è un’ipotesi di lavoro non la soluzione. E’ stato concepito per ridare fiato all’economia del territorio che non vive più solo sul salotto, si sta diversificando con altre produzioni collegate alla casa, al design, all’arredo.

Anche Natuzzi ha presentato delle manifestazioni di interesse per accedere agli incentivi e continuare a lavorare nel suo settore. La maggior parte delle aziende del territorio, invece, ha scelto di investire in altre modalità manifatturiere

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