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ROMA – Il personale della squadra mobile della questura di Roma ha arrestato Gianni Cretarola, considerato l’esecutore materiale dell’omicidio avvenuto a Roma il 24 gennaio scorso nel quale fu ucciso Vincenzo Femia, 67enne reggino consideranto un esponente di rilievo della ‘ndrangheta. Le indagini condotte dalla polizia di Roma hanno consentito di ricostruire tutti i momenti che hanno portato Femia nel luogo dove poi è stato assassinato. L’esecuzione del provvedimento cautelare da parte della Squadra Mobile di Roma, richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, è la conclusione del lavoro investigativo che ha visto gli uomini e le donne della Polizia impegnati sin dal primo momento quando Vincenzo Femia, caduto in una agguato di mafia, venne trovato morto all’interno della propria autovettura, ucciso con undici colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata. La vittima, trasferitasi a Roma da molti anni, era considerato come il rappresentante nel Lazio di una delle più potenti famiglie ‘ndranghetiste, in quanto sposato con la sorella di Bruno Nirta, della famiglia di San Luca.

Secondo gli inquirenti Femia sarebbe stato ucciso perché si opponeva all’apertura di una cosiddetta “locale” della ‘ndrangheta a Roma. Gli agenti della squadra mobile della Capitale, diretti da Renato Cortese, sono comunque ancora al lavoro per individuare il secondo assassino. La vittima è stata infatti colpita da proiettili calibro 9 e di un revolver esplosi da punti diversi. Femia si era opposto all’apertura di una nuova cellula della ‘ndrangheta nella Capitale e per questo sarebbe stato ucciso probabilmente su ordine di altri clan. 
La cosiddetta “locale” della ‘ndrangheta è un insieme di cellule composto da famiglie e ‘ndrine presenti su un determinato territorio. Al vertice della “locale” vi è un capo che ha il potere, così come ha spiegato il capo della squadra Mobile di Roma Cortese, di vita e di morte su tutti gli affiliati. «Il fatto che la vittima – ha spiegato nel corso di una conferenza stampa Renato Cortese – si sia opposto ad un’apertura di una “locale” della ‘ndrangheta su Roma non significa che non ce ne siano già attive altre sul territorio. Anzi, probabilmente la nuova ‘locale’ avrebbe sottratto potere alle altre presenti nella capitale». 
Il killer Cretarola è ritenuto dagli investigatori uno degli esecutori materiali dell’omicidio ma il mandante deve ancora essere individuato. Cretarola è legato alla Calabria da vincoli familiari pur essendo originario di Sanremo. Nel 2006 era stato arrestato ad Alessandria per aver ucciso a coltellate un suo coetaneo. Nel carcere di Alessandria ha poi accoltellato un immigrato e dal 2010 è un sorvegliato speciale. Gli investigatori della sezione criminalità organizzata della mobile hanno individuato il killer grazie al telefonino cellulare utilizzato e che è risultato agganciato alla cellula telefonica del luogo dove è successo l’omicidio. Si tratta di un cellulare con una scheda telefonica intestata d uno sconosciuto ma che il killer utilizzava già da mesi.
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