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LA Guardia di finanza ha smantellato una “cellula” romana della ‘ndrangheta. Diciannove gli arresti nell’ambito dell’operazione che vede impiegati oltre 300 militari del secondo Gruppo Roma, supportati dai “Baschi Verdi” di Ostia e Roma, dalle unità cinofile antidroga e da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia. Si tratterebbe di elementi creati alla cosca Alvaro. 

L’ALTRA OPERAZIONE TRA PIEMONTE E CALABRIA CON IL TRAFFICO INTERNAZIONALE 

Le indagini, partite dal litorale romano, hanno permesso di ricostruire che in due anni sarebbero stati importati 1.062 chili di cocaina dal Sud America per rifornire la piazza romana. Tra le persone coinvolte nel blitz ci sarebbero anche alcuni “colletti bianchi”. Nel corso delle attività investigative sono state trovate armi, alcune delle quali nascoste sotto terra. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, trasportavano il denaro a mano da Roma a Lugano dove, tramite “colletti bianchi” compiacenti, veniva ripulito trasformando la valuta in dollaro e poi, attraverso bonifici di piccolo taglio, trasferito in Brasile per il pagamento della droga. Un sistema con cui sarebbe stato inviato oltre 1,4 milioni di euro in pochi mesi per circa mille chili di cocaina destinati alle piazze romane. 

Gli investigatori hanno ricostruito il filone finanziario dell’organizzazione calabrese, da tempo stabile nella capitale. Le somme avrebbero raggiunto la Svizzera anche tramite la complicità di personale diplomatico del Congo. Lì il denaro subiva una prima ripulitura grazie ad una società di intermediazione finanziaria e poi raggiungeva un istituto di credito brasiliano dove, tramite alcuni prestanome, veniva consegnato ai fornitori della droga. A garanzia del corretto svolgimento dell’operazione finanziaria, il figlio di uno dei manager coinvolti nelle fasi di riciclaggio veniva trattenuto in “ostaggio” in un albergo brasiliano fino all’accredito della somma di denaro.

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