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MILANO – Il gup di Milano Andrea Ghinetti ha rinviato a giudizio l’ex assessore Domenico Zambetti e altre 8 persone nell’ambito delle indagini sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia. Il giudice ha inoltre condannato con rito abbreviato 12 imputati a pene che vanno dai 14 anni e 8 mesi ai 2 anni e 8 mesi di carcere mentre ha accolto la richiesta di patteggiamento di un altro imputato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, ha assolto una persona e ha stralciato alcune posizioni dichiarandosi incompetente e trasmettendo gli atti al tribunale di Cremona. 

Il processo per le persone rinviate a giudizio partirà il prossimo 8 maggio davanti alla prima corte d’assise. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e sequestro di persona. Zambetti è accusato di voto di scambio con i boss. Tra le nove persone mandate a processo, oltre a Zambetti ci sono Eugenio Costantino, il presunto boss ritenuto dagli inquirenti uno dei principali referenti dell’ex assessore, l’ex sindaco di Sedriano, il comune dell’hinterland milanese sciolto per mafia, Alfredo Celeste,il chirurgo Marco Silvio Scalambra e Ambrogio Crespi, il fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi. 
 
LA SENTENZA. Il gup Ghinetti ha anche pronunciato sentenza nei confronti di 12 persone che hanno scelto il rito abbreviato. Tra le condanne – più basse di quelle richiesta dal pm della dda milanese Giuseppe D’Amico – i 14 anni e 8 mesi a Vincenzo Evolo di Mileto, considerato il braccio destro di Sabatino Di Grillo (10 anni e 10 mesi), il presunto ‘capo’ della ‘ndrina radicata in Lombardia e uomo legato alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) e i 14 anni e 2 mesi a Giampiero Guerrisi. E ancora i 10 anni e 10 mesi a Giuseppe D’Agostino, definito nell’inchiesta il ‘portavoce’ dei clan, nel loro ruolo di avvicinamento a Zambetti e i 9 anni e 10 mesi ad Alessandro Gugliotta. Quest’ultimo, come ha fatto sapere il suo difensore, l’avv. Maria Teresa Zampogna, assieme a Di Grillo, assistito dall’avv. Beatrice Saldarini, ha già risarcito la vittima di un sequestro a scopo di estorsione. Riguardo invece ai risarcimenti a Comune di Milano e alla Regione il giudice ha demandato tutto a un procedimento civile. Zambetti, che fu tra le persone arrestate nell’ottobre del 2012, è accusato di aver comprato un pacchetto di 4.000 preferenze (decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010) pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ‘ndrangheta. «Abbiamo tempo fino all’8 maggio per studiare le carte – ha detto l’avv. Giuseppe Cusumano, difensore insieme al collega Carlo Limentani -. Confidiamo che la posizione di Zambetti venga rivista. Il nostro assistito è sereno e noi siamo sereni».
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