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REGGIO CALABRIA – Avrebbero minacciato gli operai di una azienda edile impegnata nella ristrutturazione di un immobile acquisito in una asta giudiziaria, con l’accusa di estorsione aggravata dalle modalità mafiose tre persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Reggio Calabria.

Si tratta di F. C. (25 anni), S. M. (37) e D. N. (35). Secondo quanto ricostruito i tre avrebbero minacciato gli operai una prima volta affermando «qui non si lavora più» e «il titolare dovrebbe sapere a chi rivolgersi»; la seconda volta, rivolgendosi a un operaio, uno degli indagati ha apostrofato «dì al tuo principale di andare dove lui sa e mettersi in regola».

Infine, nella terza occasione due degli indagati hanno consigliato con forza a un operaio di rivolgersi al capocantiere per «andare a parlare ad Archi, perché se oggi stesso non va a parlare, da domani non lavora più nessuno qua, anzi anche voi operai non vi azzardate a presentarvi in cantiere».

I fatti sono stati commessi tra settembre e ottobre scorso. Uno dei tre era già stato arrestato nelle operazioni “Eremo” e “Araba Fenice” ed era stato rimesso in libertà lo scorso 6 giugno; mentre un secondo è già noto alle forze dell’ordine soprattutto per essere una persona di estrema fiducia di Giovanni Maria De Stefano, elemento di vertice dell’omonima consorteria criminale.

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