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Operazione questa mattina, dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros per l’esecuzione di 14 fermi disposti dalla DDA nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate o contigue alle cosche della ‘ndrangheta che operano tra la città dello Stretto, Villa San Giovanni e Campo Calabro. Tutti, a vario titolo, sono indagati di associazione mafiosa e di intestazione fittizia di beni. Le cosche colpite sono quelle dei «Condello», «Libri», «Tegano», «Garofalo» e «Zito – Bertuga».
Delle 14 ordinanze ne sono state eseguite solo 13 in quanto la quattordicesima persona, ovvero il boss Domenico Condello, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno, che resta ricercato. Tre delle persone coinvolte nell’operazione erano già detenute. L’operazione «Reggio Nord» ha portato anche al sequestro di beni, tra società e immobili, per nove milioni di euro. Ai provvedimenti di questa mattina si è giunti dalla convergenza di due diverse indagini: dei carabinieri del comando provinciale sulle cosche operanti a Villa San Giovanni e Campo Calabro e del Ros impegnato nella cattura del latitante Domenico Condello e per la disarticolazione della rete di fiancheggiatori che ne consente la latitanza. Il lavoro dell’Arma ha confermato l’unitarietà della ‘ndrangheta e, al tempo stesso, l’operatività dei latitanti. I particolari dell’operazione saranno resi noti questa mattina alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa del procuratore Pignatone in programma presso il comando provinciale dei carabinieri.
Nell’operazione sono coinvolte anche persone accusate di favorire la latitanza del boss Domenico Condello, di 55 anni, capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta. Condello, condannato in via definitiva all’ergastolo, è latitante dal 1993 ed è accusato di omicidio, associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e rapina.
Domenico Condello, è il cugino di Pasquale Condello, detto «il supremo», uno dei capi storici della ‘ndrangheta, arrestato il 18 febbraio del 2008 dopo 11 anni di latitanza. Secondo quanto hanno riferito i carabinieri, l’operazione, rappresenta una significativa convergenza investigativa tra un’indagine dei militari del Comando provinciale di Reggio sulle cosche che agiscono nei comuni di Villa San Giovanni e Campo Calabro ed un’altra del Ros per la cattura di Domenico Condello ed ha consentito la disarticolazione del contesto criminale che ne favorisce la latitanza. Le indagini, sempre a detta dei carabinieri, hanno documentato ancora una volta l’unitarietà della ‘ndrangheta e dimostrato l’operatività criminale di Domenico Condello, consentendo l’arresto di alcuni dei suoi favoreggiatori e di disarticolare i principali «locali» di ‘ndrangheta della zona nord di Reggio Calabria.
Giuseppe Lombardo, il pm della Dda destinatario dell’intimidazione compiuta martedì scorso a Reggio Calabria, con il deposito di un ordigno in un parcheggio poco distante dalla Procura ed accanto una sua foto ritagliata da un giornale, è il magistrato titolare dell’inchiesta nell’ambito della quale sono stati disposti i fermi di oggi, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone. A questo punto nelle indagini sull’intimidazione ai danni di Lombardo si sta valutando anche un possibile collegamento con l’inchiesta che ha portato ai fermi di stamattina.

Operazione “Reggio Nord”, coinvolti anche due noti imprenditori
Tra le 13 persone fermate ci sono anche due tra i più noti imprenditori di Reggio Calabria, Pasquale Rappoccio (in foto) e Pietro Siclari, di 55 e 64 anni, accusati di avere riciclato i soldi della cosca Condello nell’acquisto di attività economiche. In particolare, secondo l’accusa contestatagli dalla Dda, Rappoccio e Siclari avrebbero acquistato l’attività commerciale “Il Limoneto”, a Catona di Reggio, comprendente un albergo ed una discoteca, che sarebbe stata controllata in realtà, in modo occulto, secondo quanto riferiscono i carabinieri, dal boss latitante Domenico Condello e dal cognato Bruno Tegano.
«Rappoccio e Siclari – riferiscono i carabinieri – forti del loro ruolo di imprenditori collegati alla ‘ndrangheta, per le accertate frequentazioni con soggetti legati alle cosche Condello, Tegano e Libri, svolgevano attraverso le numerose articolazioni imprenditoriali a loro riconducibili, direttamente o per interposta persona fisica o giuridica, il decisivo ruolo diretto ad interfacciare i vertici dell’ organizzazione e le realtà imprenditoriali di interesse, consentendo il controllo occulto di ampi settori dell’economia locale da parte dei soggetti di vertice delle singole cosche a cui risultano collegati».

Le persone sottoposte a fermo
Queste le 13 persone fermate nell’ambito dell’operazione dei carabinieri Reggio nord: Gaetano Francesco Belfiore, di 38 anni; Giuseppe Caronfolo (63); Alessandro Idone (30); Renato Marra (49); Robertino Morgante (41); Pasquale Rappoccio (55); Giuseppe Scappatura (50); Fabio Pasqualino Scopelliti (40); Bruno Antonino Tegano (38) e Domenico Viglianisi (50). In carcere i provvedimenti di fermo sono stati notificati a Pasquale Bertuca (54); Gianluca Ciro Domenico Favara (44) e Pietro Siclari (64).

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