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CATANZARO – L’assessore regionale Michele Trematerra, destinatario di un avviso di garanzia emesso dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Lanzino di Cosenza (LEGGI), «appena ricevuta la comunicazione da parte della Procura, ha subito inteso chiedere al Procuratore di essere sottoposto ad interrogatorio». 

Trematerra ha 50 anni, sposato, due figli, ed è un medico. E’ assessore regionale all’Agricoltura e alla Forestazione dal 2010, ma è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale il 4 aprile 2005, nella lista dell’Udc. Nell’ultima tornata elettorale è stato eletto sempre nella circoscrizione di Cosenza con 10.816 preferenze. E’ consigliere nazionale dell’Udc.

 
 

A rendere nota la decisione dell’asserrore regionale di essere subito sentito dagli inquirenti è stato il legale dell’esponente politio dell’Udc, Sergio Calabrese che ha anche speigato come «il magistrato, Pierpaolo Bruni, con grande senso di responsabilità ed attenzione per le istituzioni ha provveduto, immediatamente, a sottoporre ad interrogatorio Trematerra. L’atto istruttorio, durato cinque ore, ha offerto la possibilità all’assessore di spiegare tutte le condotte contestate e, soprattutto, di chiarire che questi giammai ha assunto iniziative tese a fornire a chicchessia vantaggi ingiusti». 
 
 
Il legale di Trematerra, a nome dello stesso assessore regionale, ha anche precisato che «l’agire di Trematerra è stato sempre corretto, rispettoso della legge ed avulso da ogni commistione con ambienti illegali. In ogni caso Trematerra, dichiarandosi estraneo ad ogni addebito e, come detto sopra, rispondendo ad ogni domanda posta dall’ufficio di Procura, ha manifestato la sua più ampia collaborazione e disponibilità all’accertamento della verità e, dichiaratosi sereno, rispetto all’indagine in corso, ha espresso la massima fiducia nella attività dell’autorità giudiziaria».
 
LE ACCUSE DI AVVANTAGGIARE IMPRESE VICINE AL CLAN LANZINO –  Secondo gli inquirenti tutti gli appalti, dal Comune di Acri alla Regione Calabria, per almeno tre anni era stati appannaggio di boss e picciotti della ‘ndrangheta che avrebbero avuto il monopolio sui lavori da destinare alle imprese di riferimento. Al centro dell’inchiesta, oltre all’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ci sono anche altre quindici persone coinvolte, tra i quali l’ex sindaco Luigi Maiorano e un ex consigliere del Comune di Acri, Angelo Gencarelli, attuale componente dello staff di Trematerra. L’assessore regionale è accusato di avere posto in essere una serie di «condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell’associazione» mafiosa dei Lanzino ed in particolare a «favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società», oltre che a favore dell’ex consigliere comunale Angelo Gencarelli. La Dda contesta fatti avvenuti nel periodo tra il 2010 ed il 2013. 
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