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POTENZA – Per non fare affaticare la nonna ha chiesto a un medico della Asp con cui lavorava un certificato che confermasse i suoi problemi di vista per il rinnovo dell’assegno di accompagnamento, evitando di portarla in ambulatorio. Anche se poi non lo ha utilizzato. Mentre in un altro caso avrebbe fatto un controllo lenti a un paziente senza nè prenotazione né ticket, che di solito non costa più di qualche decina di euro.

Sembra poco, ma per questo dovrà affrontare un dibattimento in piena regola Lucia Sileo, ortottista in servizio all’ambulatorio Madre Teresa di Calcutta di Potenza, e consigliere comunale neo-eletto nella lista del Pd.

Lo ha deciso ieri sera il gup Tiziana Petrocelli, che invece ha prosciolto la stessa Sileo, assistita dall’avvocato Donatello Paciello e Vincenzo Bruno, dirigente medico della Asp assistito dall’avvocato Rocco Perrotta, dall’accusa più grave: quella di peculato.

Per entrambi, infatti, la procura aveva riscontrato l’utilizzo del telefono dell’ufficio per alcune telefonate private. Ma trattandosi solo di 14 e una quarantina di euro in tutto, rispettivamente, nonostante il discreto lasso di tempo considerato, sembra aver fatto breccia la tesi delle difese per cui si sarebbe trattato di qualcosa di troppo esiguo per essere rilevante dal punto di vista penale, specie per l’assenza dell’elemento psicologico del reato.

Con Lucia Sileo dovrà invece comparire davanti al Tribunale con l’accusa di falso Vincenzo Pagliara, l’oculista che ha realizzato il certificato per la nonna, arrestato due anni fa dagli agenti della Squadra mobile di Potenza nell’ambito di un’inchiesta sui falsi invalidi da cui è scaturita anche questa appendice.

l.amato@luedi.it

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