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E’ FINITA sulla scrivania del ministro Francesco Profumo la vicenda del bimbo di Montepaone, nel Catanzarese, al quale sarebbe stata negata l’iscrizione in una scuola pubblica dell’infanzia perché affetto da fibrosi cistica. Il caso era stato anticipato dal Quotidiano nei giorni scorsi e la scuola aveva subito smentito, affermando che «alla segreteria dell’Istituto comprensivo non è stata mai presentata domanda di iscrizione pertanto mai ne è stata rifiutata l’ammissione alla frequenza».

La denuncia, però, è stata ripresa da Silvana Mattia Colombi, presidente della Lega italiana fibrosi cistica onlus, che ha confermato la storia e ha scritto una una lettera al ministro dell’Istruzione. E ora Profumo ha chiesto al direttore dell’Ufficio regionale scolastico della Calabria, una relazione sulla vicenda. Il ministro – dicono a viale Trastevere – vuole vagliare esattamente fatti e circostanze prima di prendere qualsiasi decisione o avviare interventi amministrativi. «La scuola italiana – fanno osservare sempre al dicastero dell’ Istruzione – è di grande qualità e solitamente dirigenti ed insegnanti sono preparati ad affrontare situazioni analoghe a quella che si è verificata in Calabria».

Secondo la tesi ripresa dalla Lega italiana fibrosi cistica, i genitori di un bambino di 5 anni, affetto dalla patologia che non è contagiosa, si sono visti negare l’iscrizione all’asilo «Suor Salvatorina Casadonte». Nella lettera della Lega italiana fibrosi cistica onlus, inviata anche al sindaco di Montepaone, all’Ufficio scolastico regionale e a quello provinciale di Catanzaro, la presidente Mattia Colombi rileva che «il fatto è estremamente grave perché un bambino affetto da fibrosi cistica è un bambino dall’aspetto normale e dall’intelligenza vivace che però lotta tutta la vita contro una malattia subdola e progressiva che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e digestivo».  
  A nulla sarebbero valsi i tentativi dei genitori del bambino per spiegare che non c’è alcun pericolo per gli altri e che l’unico a vedere compromesso lo stato di salute, già precario di suo, è proprio lo stesso bambino. Davanti al diniego la donna è stata costretta a iscrivere il figlio ad una scuola di Soverato, distante diversi chilometri da casa sua.
  «Gli ostacoli – sostiene la presidente Mattia Colombi – sono ancora una volta posti proprio da quelle istituzioni che dovrebbero tutelare il bambino e consentirgli un totale e sereno inserimento scolastico e sociale e che, invece, con troppa superficialità, lo hanno discriminato, negandogli alcuni dei suoi diritti fondamentali quali la formazione e la socializzazione».

 

Un fatto incredibile, alla vigilia del Santo Natale, che scuote le coscienze della società civile. A un bambino di cinque anni, residente a Montepaone, viene negata la iscrizione alla scuola dell’infanzia “Suor Salvatorina Casadonte”, un fatto che ha dell’incredibile. Un mamma residente a Montepaone, dopo avere passato i primi cinque anni in compagnia del suo piccolo affetto da fibrosi cistica, ha deciso di iscriverlo alla scuola dell’infanzia. Per fare sì che il piccolo, purtroppo colpito da una malattia invalidante, potesse frequentare altri bimbi della sua età in un ambiente che non fosse casa sua o l’ospedale di Soverato, dove il piccolo è costretto a fare cure estenuanti. Un rifiuto che la mamma del bambino non ha accettato. Anche perchè le è stato risposto in modo molto evasivo, «che il bambino stante questa malattia non poteva frequentare la scuola e stare a contatto con altri bambini». «Invece – dice la mamma -è mio figlio che deve stare attento ai più piccoli raffreddori dei suoi futuri compagni di classe, perché la fibrosi cistica non è una malattia contagiosa, ma al contrario è il bambino il soggetto fragile di qualsiasi malattia che possa attaccare il suo sistema respiratorio». Alle rimostranze della mamma, la signora è stata invitata ad uscire, levando così il suo «scomodo disturbo altrove». Su questa grave forma di presa di posizione, il primario del reparto Pediatrico dell’ospedale civile di Soverato, Ettore Provenzano prende subito posizioni contro chi ha impedito che questo piccolo potesse andare regolarmente a scuola. «In merito a quanto da lei riferito – queste le parole di Provenzano – circa il grave episodio di discriminazione, attuato dalla dirigente scolastica di Montepaone, nei confronti del bimbo affetto da fibrosi cistica, la informo che tale atteggiamento sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista giuridico non trova alcuna giustificazione se non nella completa ignoranza delle gravi problematiche di cui la famiglia del piccolo paziente -continua il primario di Pediatria – deve farsi carico e della assoluta mancanza di sensibilità nell’affrontare una situazione che meriterebbe, da parte della Dirigenza, momenti di approfondimento indispensabili a non aumentare il disagio – conclude il primario di pediatria Ettore Provenzano – di famiglie già duramente colpite». Di questa grave mancanza di sensibilità ai confini del reato di mancata iscrizione alla scuola, è stato informato il settore dei Servizi sociali del comune di Montepaone che non potrà non prendere in considerazione questa grave forma di discriminazione nei confronti non solo di un bambino ammalato ma di tutta la famiglia. E il comune di Montepaone messo a conoscenza della grave situazione che si è venuta a creare, per voce dell’assessore ai Servizi sociali Tina Montillo ha dichiarato che si metterà subito in moto per risolvere questo grave problema.

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