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FERRANDINA – Il progetto è stato presentato dal gruppo Edp Renewables nel marzo del 2011, ma è approdato all’attenzione del consiglio comunale  solo pochi  giorni fa per l’approvazione della costituzione dei diritti reali di servitù di proiezione aerea, passaggio, cavidotto e scarico delle acque piovane, da apporre su terreni di proprietà del Comune di Ferrandina. E qua si è impantanato.

Per ben due volte l’impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica della potenza elettrica di 20 MW sito nei Comuni di Ferrandina e Salandra, denominato “San Giovanni”, è stato stoppato: la prima dal numero legale venuto a mancare per l’uscita dall’aula di tutta l’opposizione, seguita a quella del vicesindaco Pietro Mazziotta; la seconda dal no compatto delle minoranze e dalla assenza dello stesso Mazziotta. La maggioranza guidata dal sindaco Saverio D’Amelio, dopo l’uscita dalla giunta dei due ex assessori Pietro D’Amelio e Leonardo Martoccia, da oltre un anno ormai, si regge su un solo voto in più rispetto all’opposizione.

Niente di più facile, perciò, che capiti di non avere i numeri tutte le volte che sul piatto ci sono questioni di carattere ambientale, visto che l’ingegner Mazziotta, vice di D’Amelio al Comune e consulente dell’Ufficio compatibilità ambientale al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, per ragioni di opportunità, è fuori dal gioco. Ed è esattamente quello che è accaduto nell’ultima seduta del consiglio comunale in cui all’esame dell’assemblea era l’impianto eolico e della stazione elettrica a 380/150 KW proposto da Edp. I tre gruppi della minoranza hanno fatto fronte comune per evidenziare l’equilibrio precario su cui, ormai da troppo tempo, si regge l’amministrazione D’Amelio. Una situazione di debolezza che certo non giova alla gestione degli interessi della comunità.

Il no dei sei consiglieri di minoranza all’impianto eolico non è stato un no di merito sul progetto, ma un no politico. Come è stato chiarito, seppur con diverse sfumature, negli interventi dei consiglieri Carmine Lisanti e Franco Di Biase (Pd), Camillo Rossi (Nuova Ferrandina) e Pietro D’Amelio (Gruppo misto), la bocciatura è di duplice natura. A D’Amelio e alla sua maggioranza (o quantomeno a quel che ne resta) si contesta il metodo con cui l’amministrazione ha gestito finora la vicenda eolico: il progetto arriva in Consiglio, dopo tre anni, solo quando se ne rende necessaria la votazione per consentire la chiusura positiva dell’iter.

«E, invece, – rimarca Lisanti- aprirsi al confronto con la comunità prim’ancora che con il Consiglio avrebbe dovuto essere un obbligo morale. E’ per questo mancato confronto con la cittadinanza che è nostro dovere bocciare il progetto». La seconda obiezione è squisitamente politica. Lo dice senza troppe perifrasi l’avvocato Rossi: «Non è un problema delle minoranze se il sindaco sceglie di sacrificare un progetto di interesse collettivo per mantenere al suo posto il vicesindaco». Che tradotto significa: all’opposizione non c’è nessuno disposto a fare da stampella all’amministrazione tutte le volte che, come in questo caso, l’ingegner Mazziotta non può assicurare il suo voto alla maggioranza.

A poco servono le rimostranze agli ex compagni di maggioranza da parte del sindaco e dell’assessore Angelo Marzano che in prima persona aveva condotto la trattativa con la società proponente, strappando compensazioni ambientali di gran lunga più vantaggiose di quanto previsto per impianti di taglia analoga dal Piano energetico regionale (la ristrutturazione dell’ex Casa di riposo in primis): al momento del voto non arriva nessun soccorso esterno. Il grande eolico non passa.

E non poteva essere diversamente dopo l’accorata difesa del primo cittadino al suo vice, specie dopo la richiesta scritta circa le ragioni dell’assenza di Mazziotta presentata da Rossi alla segretaria comunale. Per il sindaco un atto di «sciacallaggio politico» da respingere confermando la piena fiducia all’ingegner Mazziotta.

«Basta insinuare presunte incompatibilità o conflitti di interesse- si spazientisce D’Amelio- qua c’è solo un eccesso di zelo da parte del vicesindaco che, a mio avviso, avrebbe potuto votare tranquillamente questo come altri provvedimenti. Il vicesindaco gode della mia piena fiducia è resta al suo posto, almeno che lui non  faccia scelte di tipo diverso. La maggioranza c’è ed è in salute». La dimostrazione che così non è, un istante dopo: si vota l’affidamento in concessione del servizio di Tesoreria Comunale dal  1 luglio al  31 dicembre 2018 e fa la stessa fine dell’eolico. Respinto.

m.agata@luedi.it

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