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COSENZA – Domenico Percolla, il commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria, è stato rimosso dall’incarico «per non aver prevenuto l’esondazione del Crati» e, per quando si apprende in ambienti della Regione anche per i ritardi di attuazione dell’Apq sul dissesto idrogeologico. A rendere nota la decisione l’ex ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca tornato al ministero nel ruolo di direttore generale nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. 

Il commissario Percolla, quindi, è stato rimosso per le sue presunte responsabilità sull’esondazione del fiume Crati, avvenuta lo scorso 18 gennaio, quando gli argini del fiume hanno ceduto e circa 200 mila metri cubi di acqua e detriti hanno invaso, allagandone completamente cinque ettari, il parco archeologico di Sibari, mettendo in serio pericolo un ingente patrimonio archeologico che appartiene all’intera umanità venuto fuori dopo le campagne di scavi che portarono alla luce reperti riferibili alle tre città sorte in quei luoghi: Sybaris, Thurii e Copia. Un’esondazione, quella del 18 gennaio scorso, che immediatamente fece gridare allo scandalo in quanto, pur essendoci a disposizione ingenti fondi per il dissesto idrogeologico, gli argini del fiume Crati non vennero messi in sicurezza. 
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