X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

PALMI (RC) – E’ stato scagionato dall’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti Gabriele Palermita, poliziotto scoperto mentre guidava un’auto a bordo della quale è stato trovato oltre un chilo di cocaina e una pistola calibro 6,35 con matricola abrasa. Rimarrà in carcere, tuttavia, annche se i difensori hanno preannunciato appello, perché giudicato in altro procedimento in seguito proprio a quel rinvenimento.

A decadere, invece, è stata l’accusa di far parte della rete che dalla piana di Gioia Tauro riforniva di droga Roma. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal Gup presso il Tribunale di Palmi, Gaspare Spedale. A Palermita, difeso dagli avvocati Antonino Napoli e Andrea Alvaro, era stata notificata, insieme a Rocco De Paola, 53 anni, di Rosarno, Alessandro Perfidio 32enne residente a Nicotera ma domiciliato a Roma, Roberto Veracini, romano, di 41 anni, Massimiliano Pittalis 38 anni di Roma e Martino Calabrò, 57 anni, di Taurianova, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’Operazione denominata «Rosalba».

A tutti era stata contestata, a vario titolo, una serie di ipotesi di spaccio di cocaina acquistata in Calabria e destinata al mercato romano. Nei confronti di Palermita, che aveva optato per il rito ordinario, il Gup ha emesso una sentenza di non luogo a procedere mentre ha assolto Roberto Veracini, Massimiliano Pittalis e Pasquale Gallo che avevano richiesto il giudizio abbreviato. Nello stesso procedimento sono stati rinviati a giudizio Alessandro Prefidio e Rocco De Paola mentre Martino Calabrò ha patteggiato la pena. 

Scondo l’accusa, “Rosalba” era anche il nome fittizio che una delle persone arrestate – Rocco De Paola di Rosarno – usava negli sms in codice con i quali dava il via libera agli scambi di stupefacenti: «Mio marito non c’è – scriveva – potete venire».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE