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NIENTE VOTO NEI 29 COMUNI SCIOLTI PER MAFIA – In nessuno dei 29 Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa si andrà al voto nella prossima tornata elettorale amministrativa: in tutti i casi la commissione straordinaria che sostituisce l’amministrazione comunale dovrà proseguire la sua attività anche dopo il mese di maggio. 

Delle 29 amministrazioni che dovranno ancora attendere il rinnovo elettorale, la maggior parte si trova in Calabria (16 Comuni, 10 in provincia di Reggio); ma nell’elenco vi sono anche Bordighera e Ventimiglia (Imperia), amministrazioni ‘inquinate’ dalle ‘ndrine calabresi ‘trapiantate’ nel Ponente ligure; e Leinì, (To), dove l’azzeramento è stato deciso per le infiltrazioni delle cosche della ‘ndrangheta. 

Il dato emerge dal rapporto di Anci Comunicare dedicato ai Comuni chiamati alle urne il 6 e 7 maggio prossimi. Nel documento sono stati evidenziati il numero dei candidati, l’età dei futuri sindaci (da 19 a quasi 95 anni), dai comuni sciolti per mafia al boom delle liste civiche: un totale di 2810 candidati a sindaco in circa mille comuni al voto.

Nello specifico la decisione presa il 23 marzo ha stoppato la procedura elettorale a: Platì e Bova Marina in provincia di Reggio Calabria, Racalmuto (Agrigento), Salemi (Trapani), Pagani (Salerno) ed appunto Leinì. Mentre quella deliberata dal Consiglio dei ministri lo scorso 6 aprile ha sospeso lo svolgimento delle elezioni nei centri casertani di Casal di Principe, Casapesenna e Castel Volturno, anch’essi nell’elenco dei municipi pronti a votare. Gli ultimi azzeramenti per infiltrazioni hanno interessato anche i Comuni di Gragnano (Na), Mileto (Vv) e Bagaladi (Rc), dove invece le amministrazioni comunali sarebbero andate a scadenza naturale rispettivamente nel 2014 e nel 2015.

 

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