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SERRA SAN BRUNO (VV) – Uno striscione lungo circa 15 metri con scritto “No ai tagli assassini”, steso sulla facciata dell’ospedale: è la protesta simbolica attuata oggi dagli animatori del Comitato civico Pro Serra di Serra San Bruno che parlano di “grave stato di degrado”. L’iniziativa prende spunto dal decesso di una donna ”morta in seguito, pare – riporta una nota del comitato – ad un’emorragia gastrica non diagnosticata” (LEGGI L’ARTICOLO)

Il recente caso di presunta malasanità che ha trovato come scenario indolente il presidio ospedaliero “San Bruno” (o meglio quello che ne rimane) è solo l’evento più noto fra tutti quelli che si sono registrati negli ultimi mesi nel territorio delle Serre vibonesi. Un’utenza di quasi 38mila cittadini appartenenti a ben 19 comuni – che si estendono dalle frazioni montane di Nardodipace fino a Capistrano – dovrebbe ricevere risposta alle proprie istanze di salute da un nosocomio ormai ridotto al lumicino, con personale sottodimensionato, una struttura fatiscente, reparti totalmente chiusi, una sala operatorio attiva a singhiozzo, poche decine di posti letto ed una sola autoambulanza ormai obsoleta e quasi sempre in panne sulla strada. Per questo il Comitato civico Pro-Serra ha messo in campo la protesta con uno striscione di 15 metri, per sensibilizzare politica e opinione pubblica sulle carenze sanitarie nel comprensorio montano, dove, a pagarne le conseguenze sono i cittadini sulla propria pelle.
Elementi che hanno determinato la tragedia – scrive il comitato – sono stati sicuramente i tagli apportati in particolar modo alla disponibilità dei posti letto del presidio e all’impossibilità di avere più di un’autoambulanza funzionante per un ospedale che conta una cospicua utenza. Eloquente in particolar modo è poi il problema dell’autoambulanza.Emerge infatti ormai quotidianamente una continua e costante indisponibilità dell’unico automezzo adibito al primo soccorso afferente al ‘San Brunò, quasi sempre occupato in trasferimenti o viaggi verso altri presidi”.
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